UNA RIFLESSIONE SULLA PREGHIERA DEL PAPA IN PIAZZA SAN PIETRO VENERDI’ 27 MARZO

Il gesto di papa Francesco di venerdì scorso in piazza San Pietro ha avuto un impatto straordinario e che non può essere lasciato passare come una delle tante cose che accadono in questi tempi difficili. Ha colpito ovviamente lo scenario in cui si è svolto il gesto di preghiera che il Santo Padre ha fatto: la grande piazza San Pietro vuota, il papa che sale da solo sotto la pioggia la gradinata che porta alla Basilica, la intensa commozione con cui ha vissuto i vari momenti della cerimonia, le parole che ha detto, invitando a pensare concretamente a coloro che soffrono a seguito della pandemia: “Pensiamo a chi ha fame”. Tutte queste cose, ritengo, hanno colpito tutti e credo rimarrà nella storia la potenza di un messaggio lanciato davanti al vuoto della piazza e della Basilica. A questo si aggiungono alcune considerazioni che non possono sfuggirci. La preghiera del Papa è stata trasmessa in diretta da nove reti televisive, e si è calcolato che sia stata seguita da 17,4 milioni di italiani, una cifra enorme. Ai dati televisivi poi bisogna aggiungere i numeri della Rete: gli accessi alle pagine web e ai profili social di tutto il mondo erano nell’ordine di parecchi milioni. E’ evidente che qualcosa è successo e sta succedendo in questa nostra Italia che, al pari delle altre nazioni europee, sembra dimenticare e allontanarsi sempre più dalle radici cristiane. Immaginiamo le reazioni ironiche, quando non sprezzanti, di una certa “intellighenzia” nostrana di fronte alla proposta di un momento di preghiera per implorare la cessazione della pandemia, con la “esposizione del Santissimo Sacramento” e la possibilità di “ottenere la indulgenza plenaria”. Infatti gli organi di stampa prima hanno parlato pochissimo della cerimonia in piazza San Pietro, catalogandola probabilmente fra quelle di “retroguardia” e quindi non degne della loro attenzione. Ma evidentemente la realtà è un’altra! La gente, il popolo, sta capendo dove si trova il terreno solido, dove si può costruire! Fra quei 17,4 milioni di italiani c’eravamo anche noi, e ho avuto piacere che alcuni soci mi abbiano sollecitato a inviare la mail a tutti gli iscritti per segnalare la preghiera in piazza San Pietro, così come sono stato contento che vari soci mi abbiamo scritto prima e dopo la cerimonia per confermarmi che avevano avuto piacere di partecipare. Anche a noi dell’APO ogni tanto viene il dubbio di trovarsi nelle posizioni di retroguardia, a difendere una storia e una vicenda che taluni ritengono abbia ben poco da dire al giorno d’oggi. La vicenda del Corona virus, e un Papa che sale da solo la scalinata di San Pietro davanti a milioni di italiani stanno lì a dirci che la realtà è più complessa di ciò che appare e che la soluzione dei problemi non verrà certo trovata negli innumerevoli dibattiti televisivi, e che sembrano sempre più assomigliare alla situazione che accadde quando i cittadini di una grande città del Medio Oriente che si chiamava Babilonia (la Bibbia la chiama Babele), decisero di costruire una torre che doveva toccare il cielo. Roberto Volpetti
Dove e quando:
Roma Piazza San Pietro
27 marzo 2020
Papa Francesco sale la scalinata di San Pietro