L’intero paese si è ritrovato nella piccola chiesa di Racchiuso per l’ultimo saluto a Beniamino Ronchi che, ancor giovanissimo divenne partigiano dell’Osoppo Friuli con il nome di battaglia di “Acciaio”. E’ stato un evento sereno e commovente, una manifestazione di affetto verso una persona che nella famiglia e nella comunità ha saputo vivere e trasmettere quei valori che l’hanno visto combattere per la libertà.
Partigiano, dunque, ed orgoglioso di esserlo stato anche se dopo aver messo a rischio più volte la propria vita in azioni pericolose ha dovuto rimetterla in gioco nelle miniere del Belgio, un lavoro che ha svolto per tanti anni.
In Belgio ha costruito la sua famiglia, tre figli, diversi nipoti e ultimamente dei pronipoti, ma ha voluto tornare a Racchiuso dopo aver fatto ristrutturare la casa paterna e qui è rimasto sino a che ha potuto, circondato dall'affetto dei vicini. Ed è stata proprio una giovane vicina a ricordare la sua figura con grande partecipazione emotiva.
Il commiato di Beniamino è stato davvero degno della sua grande umanità fra il canto del coro maschile nelle antiche melodie della Chiesa e un Stelutis alpinis finale.
E poi ancora più sorprendente per noi è stato l'incontro con la sua bella famiglia che ha nutrito di valori e soprattutto del suo essere combattente per la libertà. Abbiamo parlato con il figlio Mario e la sua signora, che, pur essendo belga ha “assorbito” dai racconti del suocero tutte le vicende della guerra di liberazione in Friuli e così come i nipoti.
Dopo il rito funebre ci siamo intrattenuti a lungo con i familiari meravigliandoci del fatto che pur se lontani dal Friuli ed ormai integrati nel Belgio abbiano coltivato l'eredità della memoria paterna, la testimonianza di Beniamino, quel che vorremmo tutte le famiglie dei fazzoletti verdi facessero.
E' stato commovente il momento del brindisi finale che il defunto ha voluto in suo onore accompagnato da un canto, mentre ciascuno aveva qualcosa da raccontare su quel periodo di lotta e di gloria che egli ha vissuto ed ha portato con sé per tutta la vita.
Roberto Tirelli