Venerdì 19 gennaio alle ore 18:00 verrà inaugurata la mostra PROGETTARE LA MEMORIA. LO STUDIO BBPR: I MONUMENTI, LE DEPORTAZIONI allestita presso la ex chiesa di San Francesco a Udine e curata da Giuliano Banfi, Gaia Carboni, Dario Venegoni e Leonardo Visco Girardi per ANED.
L’iniziativa è stata proposta dalla Sezione ANED di Udine in collaborazione con il Comune di Udine e con il patrocinio di ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, APO Associazione Partigiani Osoppo, IFSML Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione.
Lo studio di Architettura BBPR è stato uno dei più importanti, fecondi e conosciuti studi di progettazione italiani del dopoguerra. L’acronimo è dato dalla prima lettera dei cognomi in ordine alfabetico dei quattro architetti che lo hanno fondato: Gian Luigi Banfi, Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti (nato a Pinzano al Tagliamento) ed Ernesto Nathan Rogers (nato a Trieste). Lo studio venne fondato nel 1932 subito dopo la laurea dei quattro amici, quasi coetanei.
Negli anni Trenta lo studio inizia ad affermarsi con importanti opere in Italia ed anche all’estero. Nel 1938 le leggi razziali provocarono la automatica esclusione dall’attività professionale di Ernesto Nathan Rogers di origine ebraica, con la conseguenza che anche gli altri soci si orientano verso una progressiva opposizione al fascismo, tanto che nel 1942, Banfi, Belgiojso e Peressutti sono con Ferruccio Parri fra i fondatori del Partito d’Azione e la sede dello studio in via dei Chiostri diventa luogo di incontro di intellettuali ed antifascisti.
Il 21 marzo del 1944 la polizia tedesca arresta Banfi e Belgiojoso, i quali dopo la detenzione nel carcere di San Vittore, vengono deportati nel campo di concentramento di Mauthausen Gusen, dove Gian Luigi Banfi morirà il 10 aprile del 1945.
Nel giugno successivo Ludovico Belgiojoso rientrerà a Milano segnato da questa tragica deportazione e con il ricordo incancellabile dell’amico e collega morto tragicamente.
Questa tragica vicenda determinerà una particolare sensibilità dello studio, ricostituito dai tre superstiti, nella memorialistica della deportazione: vengono quindi progettati vari monumenti in ricordo di coloro che sono morti nei campi di concentramento. In primis Milano (1945), poi Gusen (1965), Carpi (1973), Auschwitz (1980) ed infine al Parco Nord- Sesto San Giovanni (1998).La mostra illustra queste cinque tappe a cui si aggiunge la sezione dedicata alla Cella in memoria delle deportate italiane nel campo di Ravensbruck.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 25 febbraio con il seguente orario di apertura:
Giovedì dalle 9.00 alle 13.00 su prenotazione per le scolaresche
Venerdì dalle 10.00 alle 12.00
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Ingresso libero.