Si è svolta a Udine nei locali della Civica Biblioteca "Vincenzo Joppi" la presentazione del libro "DA TIRANA A LINZ" a cura di Davide Zoratti, e tratto dal Diario scritto da Igino Di Giusto (1920-2015) nato a Mereto di Tomba, il quale venne preso prigioniero in Albania dopo l'8 settembre 1943 e quindi condotto fino a Linz, in Alta Austria, dove venne internato e impiegato come operaio nella locale acciaieria. Igino Di Giusto narra nel suo diario le traversie e le sopraffazioni che deve subire nel lungo periodo di internamento: fame soprattutto, poi l'oppressione di 12 ore di lavoro al giorno per sette giorni alla settimana, e ancora vessazioni inutili e umilianti come i risvegli improvvisi nel cuore della notte per controllare che non vi fossero prigionieri fuggiti, in piedi nel cortile del campo, per ore al freddo....
La presentazione ha avuto inizio con il saluto da parte del Presidente dell'APO Roberto Volpetti che ha sottolineato il motivo che ha spinto l'Associazione a organizzare l'incontro: "La Guerra di Liberazione fu un fenomeno molto complesso che vide numerosi soggetti coinvolti: certo le formazioni partigiane, gli eserciti alleati, ma anche i militari italiani. Ricordo ad esempio che il primo episodio di resistenza ai tedeschi avvenne proprio nella nostra Regione, a Tarvisio, dove la notte fra l'8 ed il 9 settembre 1943 il reparto della Guardia alla Frontiera si rifiutò di consegnare le armi ai tedeschi e per qualche ora si oppose con tenacia. Ricordiamo poi la divisione Acqui a Cefalonia, i militari del Corpo Italiano di Liberazione e i molti militari che confluirono nelle formazioni partigiane. Tutti costoro furono protagonisti della Guerra di Liberazione e a fianco ad essi gli Internati Militari Italiani: furono 600/700 mila che non accettarono di entrare nella Repubblica di Salò e che quindi furono internati nei campi di lavoro nei vari paesi del Reich. Morirono oltre 40 mila. Igino Di Giusto fu uno di questi e abbiamo ritenuto giusto ricordare la tua testimonianza, così viva e così intensa".
Ha preso la parola la dott. Stefania Garlatti Costa che ha portato i saluti della Amministrazione comunale dI Udine, sottolineando il ruolo che l'Associazione Partigiani Osoppo porta ai fini della preservazione della memoria storica.
E' seguito l'intervento del prof. Tommaso Piffer della Università di Udine, il quale ha ripercorso la tragedia che investì i miltari italiani sparsi nei vari fronti di Guerra e che, soprattutto nei Balcani, furono presi prigionieri dai tedeschi. Don Sergio Di Giusto, figlio di Igino, ha quindi ripercorso la generi del diario che suo padre aveva scritto nel maggio del 1945, nei giorni immediatamente successivi alla liberazione. Il padre era una persona semplice e discreta, ma raccontò con molta cura il difficile percorso di quei mesi, le umiliazioni e le angherie subite, ma al tempo stesso, la serenità con cui visse quel periodo. Nel dopoguerra, pur parlando spesso della sua vicenda, non volle mai entrare nel dettaglio di quanto avvenne. Solo dopo la sua morte, i familiari vollero ripercorrere il tragitto fatto da Igino ricostruendo i vari passaggi e soprattutto venendo in contatto con la grande acciaieria di Linz ancora attiva e che ha avuto la sensibilità di realizzare un museo dove sono stati accolti e ricostruiti i ricordi delle migliaia di militari prigionieri che furono impiegati nel periodo bellico.