Venerdì 22 aprile si è tenuta a Udine la cerimonia per la posa di 9 pietre d'inciampo per ricordare altrettanti appartenenti alla Polizia morti nei campi di concentramento. La cerimonia, organizzata dalla Questura assieme al Comune di Udine e alla Associazione Nazionale della Polizia di Stato ha voluto ricordare Filppo Accorinti, vice commissario aggiunto di Ps, Alberto Babolin, guardia di PS, Bruno Bodini, vice brigadiere di PS, Giuseppe Cascio, applicato di PS, Mario Comini, guardia di PS, Antonino D'Angelo, commissario aggiunto di PS, Anselmo Pisani guardia di PS, Mario Savino, vice commissario di PS e Giuseppe Sgroi, commissario aggiunto di Ps. Alla cerimonia erano presenti numerose autorità, fra le quali il Capo della Polizia, prefetto Lamberto Giannini.
Prezioso è stato il lavoro di ricerca svolto e coordinato di Anna Colombi che ha raccolto la documentazione che ha consentito di ricostruire le vicende personali di questi appartenenti alla Polizia di Stato che in parte furono arrestati dalla Polizia Tedesca nella serata del 22 luglio del 1944, presso gli uffici della Questura di Udine, che allora aveva sede in via Treppo accanto al Tribunale. Altri vennero arrestati nei giorni successivi: furono complessivamente fermatii una quarantina fra agenti e funzionari, fra i quali anche il Questore Luigi Cosenza, tutti sospettati di collaborare con la Resistenza. Dopo un periodo di carecerazione dieci di questi vennero inviati nei campi di concentramento. Di questi dieci, solo uno tornò a casa: si trattava di Spartaco Toschi, maresciallo di PS, gli altri 9 morirono nei vari campi di sterminio.
La ricerca storica curata da Anna Colombi ha consentito di ricostruire per quanto possibile, lo svolgersi degli avvenimenti. Non fu chiaro comunque quali erano le attività svolte dai poliziotti indagati e poi arrestati dai tedeschi. Risulta dalle testimonianze che alcuni dei poliziotti arrestati erano in contatto ed in rapporti con la rete clandestina della Osoppo. Lo conferma anche la figura di Ameglio Sguazzin, residente a Sant'Osvaldo, quartiere della zona sud di Udine, ma originario di San Giorgio di Nogaro, anch'egli in servizio presso la Questura udinese. I tedeschi tentarono di arrestare anche lui, ma gli riuscì di fuggire dalla finestra dell'Ufficio, scappando poi verso la montagna dove si aggregò alla Osoppo diventando Capo della Polizia partigiana. Ad Ameglio Sguazzin, che morirà in uno scontro a fuoco con i tedeschi il 18 dicembre 1944 ad Arba, fu conferita la medaglia d'argento al valor militare.