Al termine della cerimonia di intitolazione del piazzale, il programma prevedeva la continuazione del ricordo di Mario Toros, con un convegno a lui dedicato e da tenersi presso la sala Conferenze dell'Hotel La di Moret. Quanta gente sarebbe venuta ? Nessuno era in grado di dirlo... solo il caro amico Enzo Cainero si era lanciato in una previsione: "Verranno 130/150 persone". Guardando la sala riempiersi rapidamente, mi tornava con commozione in mente la previsione di Enzo: "Non ti eri sbagliato, anzi ti sei tenuto basso, perchè qui oggi ci sono molte persone in più, e questo mi rende ancora più triste perchè oggi non puoi essere qui con noi a partecipare a questo momento."
Prende il microfono per guidare la giornata un amico di Mario, Gianni Nistri, uomo di teatro, che ricorda il Toros, presidente negli anni Sessanta del Teatro Udinese. Abbiamo iniziato con i saluti dei due sindaci, quello di Udine, Pietro Fontanini e di Tavagnacco, Moreno Lirutti, orgogliosi di aver aderito subito e aver reso possibile intitolare entrambi il piazzale a Mario (in questa Italia di oggi, che due comuni riescano a mettersi d'accordo per intitolare assieme un piazzale sembra una impresa che ha dell'incredibile...).
Sono seguiti gli interventi di saluto di due grandi imprese friulane: la Pittini e la Fantoni, memori dei grandi sostegni che Governo e Regione, grazie anche a Mario Toros, diedero nei mesi successivi al terremoto del 1976 e che consentirono di riprendere l'attività produttiva nei primi giorni di settembre di quell'anno, con le macerie che ingombravano i paesi e con le famiglie che piangevano ancora i loro morti...Una grande testimonianza la loro perchè rende ragione di un rapporto corretto fra la politica, l'impresa e i lavoratori, che consente di difendere prima di tutto il lavoro, il primo bene comune....
Tocca poi ai politici... in sala ce ne erano parecchi. Hanno parlato due che oggi rappresentano le istituzioni: Piero Mauro Zanin e Riccardo Riccardi, che sono cresciuti imparando da uomini come Mario a fare politica. Ricordi che vanno a toccare fatti di quegli anni, ma anche di molto più recenti perchè Mario ha dato una mano al Friuli fino a pochi anni fa.
Si passa poi alle testimonianze condotte a mò di intervista dalla brava giornalista del Messaggero Veneto, Anna Buttazzoni: quella dell'Ente Friuli nel Mondo, quella della Associazione Partigiani Osoppo, quella della Cisl e quella di Paolo, nipote di Mario.Si raccontano episodi, alcuni inediti, altri conosciuti, ne viene fuori un ritratto di un uomo, di un'epoca, di una classe dirigente che ha dell'incredibile. Erano uomini come noi, si sono trovati di fronte a un mare di difficoltà, anche allora c'erano le divisioni politiche e di corrente, ma con loro tutto sembra ricomporsi... tutto alle fine trova un perchè e un percorso che va a buon fine per tutti.
L'ultima domanda la intervistatrice la rivolge al presidente dell'APO: "Ma vale la pena organizzare questi momenti di ricordo?" Si ne vale proprio la pena... anche se costa fatica. Ricordare figure come Mario ci aiuta a mantenere la rotta, a capire ciò che serve e ciò che non serve, o peggio ancora è di danno. E' impossibile prevedere i tempi o i risultati, perchè sono fattori che sfuggono al nostro controllo,e non dobbiamo farci fermare dal fatto che si è in pochi o si è in tanti perchè gli scenari cambiano ma i valori (positivi e negativi) restano sempre quelli.