Affidiamo il ricordo di questa triste ricorrenza alle parole scritte da don Emilio de Roja in un documento rimasto fino ad oggi inedito.
Porzus: Termopili del Friuli.
Non fu un casuale errore di manovali, bensì dell’intellighenzia, fu una congerie di errori di calcoli; fortunatamente calcoli sbagliati per il bene del nostro Friuli, per l’Italia Nord-Est a fare il massacro di Porzus
1. Errore malcalcolato: pensavano che il manipolo insignificante delle Termopili del Friuli fosse di 23 uomini ed era invece di 24.
2. Pensavano che fossero riusciti a farli fuori, tacere nella morte per raccontare una storiella magari infamante sul loro conto; invece…braccato, nascostosi ferito in un covone osservava non visto la scena dei tre e il trascinamento degli altri: lui portò al mondo la notizia che Caino aveva ucciso Abele: i fratelli avevano ucciso i fratelli e non magari erano morti in una normale imboscata di rastrellamento degli occupanti.
3. Pensavano di essersi resi benemeriti, che anche per il Friuli fosse scoccata la campana, e stesa la coltre del silenzio e dell’oscurantismo di civiltà come per l’Ungheria, la Cecoslovacchia,
Ai martiri si rende onore con un pentimento che confessa la verità tutta intera e non l’adombra con semplice “errore”.
Gloria ai martiri delle Termopili del Friuli.
Non è segno di pentimento far battere il petto degli altri, ma il proprio petto.
Non è col portare una ghirlanda alle malghe che si riconcilia con loro, ma col confessare a loro tutta la verità dalla quale assurge la loro grandezza e si coltivano i valori che essi propugnavano: italianità di questa terra, libertà, difesa della civiltà greca, latina, cristiana ricevuta dai padri.
don Emilio de Roja