L’UDINESE CRISTANO RIDOMI PRESIDENTE DELLA RAI NEL 1954

Il 3 gennaio, 70° anniversario dell’inizio ufficiale delle trasmissioni televisive da parte della Rai, ha trovato ampio spazio sui media nazionali e non sono mancate importanti riflessioni sui cambiamenti culturali innestati nel nostro Paese da questo mezzo. Non abbiamo invece trovato traccia di uno dei principali protagonisti di quello storico evento: Cristano Ridomi (Cristano e non Cristiano come si trova scritto alcune volte) che, dal maggio 1951, ricopriva la carica di presidente della Rai nella fase della sua prima forte espansione tecnologica. Personalità versatile e visionaria, svolse ruoli di grande responsabilità ed ebbe numerosi contatti con le realtà della nostra regione. Ridomi, infatti, era nato Udine il 9 marzo 1904 da Giuseppe, commerciante di origine veneziana da tempo stabilitosi in Friuli, e da Teresita Modolo.

Nel luglio del 1925 si era laureato in giurisprudenza all’Università di Padova e l’anno successivo, per un breve tempo, fu un giovanissimo vicepresidente della Società Filologica Friulana. Nel luglio dello stesso anno fu assunto come giornalista dal Corriere della Sera dal quale, agli inizi del 1930, fu inviato nella strategica sede di Berlino per sostituire il corrispondente del quotidiano milanese, poco gradito al regime fascista. Restò nella capitale tedesca fino all’aprile del 1937, quindi nel periodo più travagliato della storia di quel Paese che vide la fine della Repubblica di Weimar e l’affermarsi della dittatura nazista.

Nel 1937 abbandonò il quotidiano per assumere l’incarico di addetto stampa presso le rappresentanze diplomatiche all’estero. Dopo la permanenza all’ambasciata di Vienna, nel giugno del 1938 ritornò, questa volta come diplomatico, nella Berlino hitleriana, dove rimase fino al 1943. Dopo l’8 settembre fu internato, con altri colleghi, in una località della Baviera destinata ad accogliere i diplomatici imprigionati dagli ex alleati tedeschi. Liberato al termine della guerra, riprese la carriera giornalistica diventando, nel 1947, direttore del quotidiano Il mattino dell’Italia Centrale, la nuova testata de La Nazione di Firenze, e collaboratore de Il Popolo, organo di stampa della Democrazia Cristiana.

Nell’aprile del 1949 fu distaccato a Roma come Capo Ufficio stampa e portavoce del Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi del quale, per due anni, fu a tutti gli effetti il vero e proprio braccio destro. Nel maggio del 1951 fu nominato dalla DC, partito nel quale militava, Presidente della RAI e, in questa veste, il 3 gennaio 1954 inaugurò ufficialmente le prime trasmissioni televisive (quella sera andò in onda la prima puntata della storica Domenica Sportiva) Nel maggio dello stesso anno si dimise da presidente dell’ente radiotelevisivo e rientrò nei ranghi della diplomazia: nel 1955 fu inviato in missione presso il Commissariato generale del governo per il Territorio di Trieste quale capo dei Servizi stampa e informazioni.

Nel 1958 fu anche candidato per la DC al Senato nel collegio di Pordenone senza essere eletto per pochissimi voti. Nel 1962 fu nominato Ministro plenipotenziario per la stampa e nel 1964 Console generale a Klagenfurt. Pubblicò due libri (con l’editore Longanesi): il romanzo Avventura ’43 e il resoconto storico La fine dell'ambasciata a Berlino 1940-1943.

Collaborò, fra il 1967 e il 1969, con numerosi articoli al Messaggero Veneto di Udine, città alla quale restò sempre fortemente legato. Morì improvvisamente il 4 luglio 1969 a Gardone Riviera (Brescia).

Dove e quando:
Cristiano Ridomi (1904-1969)