L’Associazione Partigiani Osoppo ricorda con commozione la figura dell’avvocato Renzo Biondo, nome di battaglia “Boscolo”, patriota osovano scomparso la settimana scorsa a Venezia, città in cui è nato e vissuto.
L’Associazione Partigiani Osoppo ricorda con commozione la figura dell’avvocato Renzo Biondo, nome di battaglia “Boscolo”, patriota osovano scomparso la settimana scorsa a Venezia, città in cui è nato e vissuto.
Lo ricorda il presidente dell’APO il dottor Cesare Marzona. “Renzo Biondo ci ha lasciato il libro Rosso, Bianco e Verde e con sottotitolo La V Brigata Osoppo e la brigata osovano-garibaldina Ippolito Nievo un diligente saggio con la prefazione dell’ex sindaco di Milano Aldo Aniasi. Con palese soddisfazione di quelli che erano i suoi principi Boscolo ci parla dell’importanza che ha avuto nella storia della Resistenza friulana il superamento della differenza degli ideali che albergavano in ogni partigiano con la costituzione della Brigata unificata Ippolito Nievo e con la conseguente identicità di programma e di operatività.”
“Una collaborazione – continua Marzona – che sarebbe durata fino alla fine senza l’intervento dell’eccezionale rastrellamento dell’autunno del 1944.”
“Prima di raccontarci delle notti all’addiaccio e degli interminabili spostamenti, Boscolo ci parla degli anni di liceo, della nascita dello spirito di ribellione, dell’amore per la libertà e la giustizia, dell’insegnamento del grande professore Agostino Zanon Dal Bò. Del seme che quel maestro di vita ha messo nell’animo dei suoi allievi da Renzo Biondo a Gianni Milner, a Lucio Rubini, a Renzo Toso, a Michele Bellavitis, giovani veneziani partigiani in pectore con destinazione la divisione Nanetti sul Cansiglio o l’Osoppo a Pielungo.”
“Quella gioventù veneziana – conclude Marzona – ha dimostrato quanto sia stata necessaria la connivenza fra la spregiudicatezza del partigiano e la saggezza dell’uomo di cultura. Quindi la Resistenza non è stata solo lutti e sangue; è stata anche la speranza che quel seme ricevuto germogliasse quando quei baldi giovani sarebbero entrati nel mondo della società civile. Come dice Aniasi nella prefazione, il libro non parla di scontri e di battaglie ma narra come spettatore e non come protagonista la vita del partigiano, le sue passioni, le sue speranze.”
Udine, 12 dicembre 2013
Associazione Partigiani Osoppo Friuli