L'INTITOLATA A SERGIO SARTI "GINO" LA SCALINATA DI PIAZZA PRIMO MAGGIO A FIANCO DEL LICEO STELLINI

Si è svolta il 25 maggio 2022 alle ore 11 l’intitolazione della scalinata che unisce piazza I maggio con via Cairoli sul lato destro dello Stellini guardato di fronte. È stata intitolata al filosofo e partigiano della Osoppo, nonché prima studente e poi professore del liceo classico, oltre che delle università di Trieste e Udine, Sergio Sarti. La cerimonia chiude un biennio di celebrazioni apertosi nell’anno centenario della nascita del filosofo. In quell’occasione gli vennero dedicate ben tre pubblicazioni da La Nuova Base editrice di Vittorio Zanon. Un suo pezzo teatrale, Missione in Northumbria, racconti e saggi sulla Resistenza curati da Roberto Volpetti ed una mia monografia sui suoi lavori filosofici intitolata La lezione di Sergio Sarti.

Gli eventi pandemici consentirono di portare a termine fino ad un certo punto i numerosi appuntamenti del 2020 dedicati al filosofo udinese. In particolare non si riuscì a tenere il convegno conclusivo, con tutti gli esperti e i responsabili delle associazioni che avevano promosso l’iniziativa, e venne sostituito con un video girato da Andrea Marmai. Quell’anno ci fu un’edizione speciale del Premio Sergio Sarti per gli studenti dei licei promosso dalla famiglia e organizzato fin dal 2005 dalla professoressa Elettra Patti, con tracce ispirate agli scritti di Sarti. Alla cerimonia di intitolazione, alla quale partecipava una classe dello Stellini in rappresentanza dell’istituto, hanno preso la parola l’avvocato Andrea Purinan per l’Associazione degli Stelliniani, il dirigente del liceo professor Luca Gervasutti, il dottor Roberto Volpetti per l’APO, il dottor Lucio Costantini per il circolo Salgari, il nipote Matteo che ha letto un passo significativo da L’uomo assiale, ed infine il sindaco Pietro Fontanini.

Tutti hanno sottolineato le qualità umane e l’apertura alle diverse forme della cultura del docente. Il dottor Costantini, che lo ebbe come insegnante, ha raccontato un gustoso aneddoto. Al rientro da un periodo di vacanze, il primo giorno di lezione Sarti, per non appesantire troppo l’atmosfera, parlò di un eroe dei fumetti, Pecos Bill, dimostrando l’apertura che il filosofo aveva per ogni forma di cultura, dalle astrattezze della metafisica all’immaginazione del fumetto. In un’altra occasione, l’assessore Fabrizio Cigolot, presente alla cerimonia e anch’egli studente di Sarti, aveva ricordato come il professore prima spiegava un filosofo, per esempio Descartes, conquistando e convincendo la platea della bontà del suo pensiero, e poi, alla lezione successiva infilava una raffica di obiezioni critiche allo stesso filosofo che sconcertavano gli studenti, che erano così costretti ad abbandonare i loro facili entusiasmi.

Un terzo studente di Sarti, il professor Gianni Cianchi, su un numero (n. 1, ottobre 2014, p. 6) de “La voce degli Stelliniani” gli dedicò un cammeo che vale la pena di riportare: Sarti era un signore, un intellettuale composto e misurato che ti faceva amare le sottigliezze del pensiero e i fatti storici per quanto di umano potevano insegnare. Studiavamo sugli appunti presi alle sue lezioni e non sul pessimo, inconcludente Lamanna. Il mio interesse per il teatro risale a quando avevo 7 anni, quando cominciai a recitare in seconda elementare, ma devo a Sarti il potenziamento del mio interesse per il teatro. Mi chiamava a leggere pagine di autori in casa sua dove organizzava incontri culturali con alcuni studiosi e colleghi, fra cui lo stesso don Placereani. Sempre a lui riconosco il merito di avermi fatto nascere la curiosità per autori come Kafka, Calderon de la Barca, Shakespeare e tanti altri. Ancora oggi, quando leggo o rileggo certi autori, la sua immagine mi si presenta e mi accompagna nella lettura delle prime pagine. Grazie anche a te, Sergio».

Di due anni più giovane di Sarti ed anche lui studente del liceo Stellini, di certo i due si conoscevano, Elio Bartolini in una sua poesia in friulano, intitolata Ultime infedeltât, scrisse che si sentirebbe tradito da una profonda ed offensiva indifferenza se non venisse ricordato dopo la sua morte. Sarti, che non fu famoso come lo scrittore di Codroipo, non fu neppure così minaccioso con i posteri, ma di certo sarebbe stata una grave colpa non ricordare un placido filosofo che riteneva che bisognava essere indulgenti con gli altri ma inflessibili con se stessi. Aveva Sarti una inclinazione etica di carattere stoico.

Quello che lui avrebbe sicuramente riconosciuto come uomo assiale, il filosofo imperatore stoico Marco Aurelio Antonino richiamava spesso nei suoi Ricordi(τα εις εαυτόν) al dovere di rivolgere il pensiero ai propri maestri. Marco Aurelio nel primo libro dei suoi Ricordi confessa i suoi debiti culturali e ideologici nei riguardi della famiglia imperiale e più ancora nei confronti di persone di cultura letteraria e filosofica che egli aveva particolarmente seguito e da cui era stato influenzato. Ecco: la gratitudine almeno, l’apprezzamento per essere stato un punto di riferimento culturale per la città e il vederlo riconosciuto con una insegna è ciò che fa una comunità che non dimentica. Una comunità che coltiva il ricordo anche al di fuori di eventi tragici o bellici: nei discorsi è stato richiamato il passato di partigiano di Sarti, ma nella maggioranza degli interventi è stato il ruolo di straordinario educatore quello che è emerso con maggiore enfasi e nettezza. Una comunità che non è solo istituzioni pubbliche, ma anche associazionismo privato, perché è dalle associazioni che è partita la richiesta alla commissione toponomastica: dalla Osoppo, da Gli Stelliniani e dai Salgariani. Si potrebbe dire che una scalinata non è una via, che si poteva osare di più. Si dimentica che quello è il posto più adatto per Sarti, è il posto più adatto per un filosofo: su una scalinata non passano le auto, fisicamente non porta in nessun luogo, simbolicamente, in quanto scala del sapere, porta dappertutto. Scriveva un altro udinese molto amato, il giornalista Renzo Valente (Udine un paese col tram, seconda serie, 1998, p. 73) che lì c’erano tre santuari: della Madonna, della Musica e della Cultura: le Grazie, l’Istituto Musicale e il liceo Stellini. Sergio Sarti ora è vicino al suo liceo per sempre.

prof. Enrico Petris

Dove e quando:
Udine - piazza Primo Maggio
25 maggio 2022