L’Associazione Partigiani Osoppo a conclusione dell’annuale commemorazione dell’eccidio delle malghe di Porzus, ha espresso, in un comunicato, la propria soddisfazione per l’ennesima partecipata cerimonia che ha visto una presenza qualificata di autorità, sindaci, e tanti cittadini che hanno manifestato la propria condivisione con gli ideali di libertà da sempre presenti nella Osoppo Friuli.
L’APO ringrazia innanzitutto gli oltre quaranta volontari che, in vario modo, hanno consentito l’ordinato svolgimento della cerimonia: sono loro il patrimonio più prezioso dell’Associazione e, senza la loro appassionata collaborazione, non sarebbe possibile organizzare un evento impegnativo come quello che ogni anno si svolge per ricordare i caduti osovani alle Malghe e al Bosco Romagno.
Ringraziamo poi le 22 amministrazioni comunali presenti alla cerimonia con i rispettivi sindaci o i loro delegati dimostrando che la nostra popolazione ha ben chiaro il significato del sacrificio di Bolla, Enea e di tutti gli osovani uccisi nel febbraio 1945. Sono trascorsi quasi ottanta anni da quei tragici fatti eppure il ricordo di quegli eroi è ancora scolpito nel cuore e nella mente della nostra gente, tanto da considerare ancora il loro sacrificio una testimonianza viva e presente. Così la riteniamo anche noi e non ci stancheremo di riproporla anche negli anni a venire.
Vogliamo sottolineare alcuni degli aspetti che ci hanno particolarmente colpito, della cerimonia di quest’anno. Innanzi tutto la disponibilità del ministro Luca Ciriani, che ha accolto l’invito del Comune di Nimis a rendere omaggio ai 33 civili di Torlano, uccisi dalle truppe tedesche nell’agosto del 1944. Non si è trattato di una formalità, ma di un’autentica condivisione, per ribadire le tragiche conseguenze delle guerre: Torlano come Porzus testimoniano l’immane crudeltà degli effetti delle ideologie del XX° secolo e che non possono non essere condannate.
Ci ha anche commossi la presenza di alcuni ospiti della Casa dell’Immacolata di don Emilio de Roja, che certamente dal Cielo, ha guardato con gioia e rispetto questi ragazzi che provengono da luoghi di guerra, di fame e di violenza, e segnati dalla ferita di aver lasciato la loro famiglia. Vorremmo che la nostra fedeltà alla memoria di don Emilio li aiuti ad inserirsi nella nostra comunità trovando riconoscenza e amore.
Siamo infine rimasti positivamente sorpresi dallo spazio che la cerimonia di Faedis e Canebola ha trovato sui mezzi di comunicazione: giornali e tv hanno infatti dedicato ampi spazi ai contenuti della commemorazione. Non è passato inosservato che anche il Tgr in lingua slovena abbia dedicato un ampio servizio all’evento: si è trattato di testimonianze che dimostrano come tanti pregiudizi e contrapposizioni si stanno via via superando.
Ci hanno ancora una volta emozionati le parole di Paola Del Din, commossa dopo aver ascoltato i brani tratti dal Diario di Bolla, che Francesco De Gregori scriveva ogni giorno sul proprio diario per descrivere quanto di più significativo accadeva alle malghe. Vorremmo ascoltare sempre parole così intense: un modo significativo per rendere attuale la testimonianza di quanti hanno perso la loro giovane vita per la libertà di tutti noi.