Intervento del dott. Cesare Marzona presidente dell’APO a Morena di Reana del Rojale

In occasione della inaugurazione del nuovo monumento dedicato a Piero (Gian Carlo Marzona) e Bologna (Fortunato Delicato).
Non è vero che io oggi non sia tra di voi, cari amici, né fra le autorità presenti che, partecipando all’odierna cerimonia, mostrano piena adesione alle nostre scelte di un tempo, sempre vive e attuali.
Anche senza essere presente, vedo infatti con estrema chiarezza davanti a me Piero e Bologna nella massima apparenza della loro vitalità.
Il legame che li univa non era un semplice rapporto di amicizia, ma un’affinità che poneva in sintonia il loro pensiero e la loro azione.
Non era mai successo nella resistenza friulana che dei fermati a un posto di blocco fossero immediatamente passati per le armi. Per Piero e Bologna è evidente che esisteva un ordine particolare: il leggendario furgoncino doveva essere bloccato e ciò avrebbe portato alla fucilazione immediata dei suoi occupanti, tanta e tale era la rabbia nei loro confronti perché avevano ripetutamente preso in giro e beffato il nemico, persino avvalendosi di un lasciapassare bilingue (italiano / tedesco) che avevano sottratto con grande audacia all’automobile del Prefetto di Ravenna.
Tutti sanno quel che è successo dopo: i due corpi vennero pietosamente raccolti da Chechin Fadini, osovano di Reana, e sepolti fino alla liberazione nel cimitero di Tricesimo.
Dopo la liberazione, i funerali di mio fratello sono stati celebrati il 06 maggio 1945 trasportando la salma da Tricesimo al cimitero di Treppo Grande, dove si trova tutt’ora, accompagnata da un corteo che occupava tutta la strada che unisce i due paesi.
Uomini, donne, vecchi e bambini desideravano così tributare il proprio affetto a chi li aveva rappresentati nell’ideale e nell’azione.
 Fortunato Delicato, Bologna, ha avuto il funerale a Tolmezzo dove è stato sepolto in quel cimitero accanto a Renato Del Din, primo caduto e medaglia d’oro osovana.
L’ho ricordato anche in altra occasione, ma lo ripeto: dopo aver partecipato a due azioni notturne con loro, al rientro della seconda, gli dissi: “caro Piero, caro Bologna, non vengo più con voi”.
Di rimando, essi affermarono: “ma allora tu sei un vile!”. Al che risposi: “No, la paura è una cosa e la prudenza è un’altra. Io non godo della vostra freddezza e della vostra prontezza di riflessi davanti al nemico. Sono innamorato più del pensiero che dell’azione”.
Questi i miei ricordi di Piero e Bologna, li ho davanti agli occhi e non c’è in loro alcun invecchiamento. 
Siamo noi che invecchiamo, subiamo gli insulti del tempo, degli orari e delle scadenze.
Pensando a loro ci sentiamo però ringiovanire, tornare indietro negli anni, riviverli nel ricordo della loro vita e della loro morte gloriosa.
C’è chi pensa che l’uomo scompaia senza che nulla gli sopravviva.
Lo spirito di Piero e di Bologna, invece, vive ancora e ci aiuta a considerarci sulla giusta strada dell’onore, della lealtà, dell’amor di Patria e della libertà, quest’ultima non però intesa come un assoluto e capriccioso arbitrio, bensì come responsabilità e rispetto.

Morena di Reana del Roiale 15 agosto 2015 

Cesare Marzona 
Dove e quando:
Morena di Reana del Roiale
15 Agosto 2015