CERIMONIA di COMMEMORAZIONE
PORZUS 2016
Autorità civili e militari, rappresentanti delle Associazioni, colleghi Sindaci signore e signori presenti, vi porto il saluto dell’Amministrazione Comunale e di tutta la Comunità di Faedis che ho il grande orgoglio di rappresentare.
Come grande è l'orgoglio della nostra Comunità nell’ospitarvi ogni anno in questa ricorrenza.
Ci possono essere diversità di vedute ma prima di tutto, per rispetto verso chi oggi ricordiamo e verso tutti quelli che hanno partecipato alla lotta di liberazione dal nazifascismo, e bene ricordarci sempre che ci è dato di esprimerle proprio grazie al loro sacrificio che ci ha consegnato un Italia libera ed una Costituzione democratica nemica di ogni totalitarismo.
Per questo voglio avere, per il piccolo ruolo che mi è dato, la responsabilità della chiarezza assoluta su ciò che oggi ricordiamo; l'eroismo ma anche l'eccidio tanto più vile e tragico perchè compiuto dalla mano che si riteneva amica.
Il ricordo dell'eccidio non può essere distinto dalla condanna e la piena chiara condanna non può stemperarsi con il passare del tempo.
Solo la piena consapevolezza, la piena assunzione della grandezza dell'errore di chi ha armato la mano assassina può portarci a rendere il ricordo di oggi un insegnamento condiviso per il futuro.
E’ davvero importante mantenere e rievocare la memoria di ciò che è avvenuto, brutale, incivile e violento, per comprendere la vera importanza dei diritti e dei valori che quei giovani hanno conquistato per noi.
Con questa chiarezza e con questo impegno abbiamo accolto il riconoscimento a bene di interesse storico – culturale - nazionale delle malghe di Porzus.
Con la stessa chiarezza dobbiamo impegnarci perché quel monumento ricordi uno dei sacrifici più alti della guerra di liberazione e nel contempo uno dei suoi più spietati orrori.
Un orrore che non va semplificato ma inserito nel complesso contesto storico del confine orientale.
Serve chiarezza per ricordare insieme alla tragedia anche l'eroismo e farlo in maniera pienamente condivisa.
L'eroismo di chi ha contribuito a liberare l'Italia e questi territori dal gioco fascista e nazista, a costruire la Zona Libera del Friuli Orientale e la breve ma intensa esperienza del comando unificato Garibaldi Osoppo.
L’eroismo che ha permesso alla 1’ brigata Osoppo di essere l’ultima a lasciare il fronte nella battaglia per la difesa della Zona Libera, arrivando a Valle di Soffumbergo, proprio qui sopra, già occupata dai tedeschi e pagando così con un altro eccidio, forse troppo poco ricordato, nel paese di Costalunga.
Ho già avuto modo di ricordare che questa Amministrazione non permetterà che questa commemorazione diventi una semplice ricorrenza annuale ma, senza invadere il campo degli storici, continuerà a mantenere l'attenzione ed il necessario approfondimento su quella tragedia come fatto anche quando ciò era molto più difficile
Ringrazio quindi Regione e Provincia per l’attenzione che dimostrano, insieme agli Alpini di Faedis, per rendere ancor più fruibile e dignitoso il sito dell’eccidio, auspico che tutte le Istituzioni insieme possano renderlo ancor più fruibile e raggiungibile per farlo diventare luogo perenne di insegnamento.
Solo traendo insegnamento e assumendo piena consapevolezza di una delle pagine più nere della lotta di liberazione, potremo ricordare insieme anche le vittime innocenti dell'eccidio di Torlano, le case bruciate di Faedis e di tanti altri paesi di queste nostre colline, i loro cittadini trucidati e deportati, rappresentati, qui oggi, dalla fascia tricolore dei loro Sindaci.
Solo così le malghe di Porzus, non saranno mai più segno geografico ed ideologico di divisioni macchiate dal sangue di giovani combattenti per la libertà, ma cerniera di pace ed amicizia, punto di incontro fra grandi culture europee.
Solo così non sarà inutile l’opera di ricongiungimento delle parti, fatta nel tempo, con fatica e spesso in solitudine dalle Amministrazioni Comunali di Faedis ed Attimis, che ha portato allo storico abbraccio fra Don Candido e Vanni.
Solo così le parole del Presidente Giorgio Napolitano, saranno non solo ricordo di quel straordinario 29 maggio 2012 ma insegnamento continuo e condiviso per tutti e prima di tutto per le nuove generazioni.
Perché purtroppo troppo spesso i giovani d’oggi sono ben poco interessati a questa importante pagina della nostra storia recente e la percepiscono, nel migliore dei casi, come avvenimento lontanissimo, privo di qualsiasi legame con la loro vita.
Se vogliamo evitare che il grande patrimonio di ideali nato dalla Resistenza vada perso, dobbiamo avere il coraggio di avvicinarsi ai giovani in modo nuovo, dando all’antifascismo, ossia alla democrazia, un significato attuale e condivisibile anche da loro, raccontando la storia senza cercare di nascondere nulla, contrastando con la forza della verità, il dilagante e fazioso revisionismo storico che ha tentato di dipingere la lotta di liberazione come inutile o addirittura dannosa guerra civile.
Perchè solo così possiamo far vivere l’ideale di quei giovani caduti ai nostri giovani d'oggi, ricordarci e ricordando che la democrazia non è stata dono ma dura conquista e che c’è un solo modo per superare anche le sfide ed i momenti più duri:
Sono l’impegno, la responsabilità, la passione per questa Italia e la sua gente ed i valori etici e morali che quei giovani ci hanno lasciato ad esempio.
Purtroppo per i giovani d'oggi le parole Libertà, Pace e Democrazia hanno forse meno significato perché sono nati e cresciuti nella Libertà e nella Democrazia e tutto quello che si ha senza pagare un prezzo per averlo è considerato di poco valore.
Purtroppo in questi giorni un nostro corregionale che amava la democrazia ha perso la propria vita per aiutare e capire un Paese dove, come molti altri del mondo, queste parole non sono ancora affatto ne certe ne disponibili.
Lo sforzo che noi tutti siamo chiamati a fare è quello di far coniugare i nostri vecchi e sempre validi valori con quelli nuovi, ma estremamente attuali dei giovani.
Per loro sono molto piu’ concreti e chiari i concetti di ecologia, globalizzazione, diritti sociali ed individuali.
Solo in questo modo potremo far rivivere anche dalle nuove generazioni la potenza morale della esperienza dei partigiani, che non può finire intrappolata in una sorta di rituale celebrazione, ma che invece deve continuare ad essere momento di riflessione e riaffermazione di quei purissimi ideali di libertà e democrazia a cui hanno votato la loro giovinezza e per cui tanti partigiani hanno sacrificato la loro vita.
Per quanto riguarda l’Amministrazione di Faedis posso dire con orgoglio che in questo ci stiamo impegnando, ed i risultati della collaborazione con le nostre scuole sono lì a testimoniarlo. Per questo voglio ringraziare Dirigente ed insegnanti per l’impegno profuso.
Tramite il coinvolgimento dei ragazzi nella commemorazione del 4 novembre lo scorso anno, è stato un momento vissuto con grande partecipazione.
Lo scorso 27 gennaio in occasione della Giornata della Memoria i nonni hanno partecipano alle attività scolastiche portando il loro bagaglio di conoscenze ed esperienze vissute durante la seconda guerra mondiale.
Ogni anno le terze medie salgono alle Malghe per onorare i caduti di quella vile tragedia.
Il messaggio che voglio dare oggi ai giovani, a nome dell’Amministrazione Comunale, è che il ricordo di questa tragedia stimoli ogni giorno tutti noi a lavorare per la pace.
Ed auguro loro di crescere con la convinzione che la pace, il dialogo, il confronto e l'onestà siano sempre l'unica strada da percorrere.
Questo è il modo migliore per commemorare degnamente chi ci ha donato la libertà.
Ora chiedo a tutti voi, Enti, Associazioni di cogliere assieme l’esempio di quelle persone che hanno superato momenti ben più difficili di quello attuale ma l’hanno fatto con uno spirito ideale, con una disponibilità verso l’altro che noi stiamo smarrendo, tutti presi a salvare solo noi stessi.
Se Siamo convinti che la speranza di un futuro migliore ci è stata donata dalla Resistenza, Impegnamoci a riprendercela perché, come ci hanno insegnato, dipende ogni giorno dall’impegno di ciascuno di noi.
Concludo leggendo la poesia che un grande artista e poeta friulano, Pier Paolo Pasolini, scrisse in memoria del fratello Guido, nome di battaglia Ermes, ucciso a vent’anni assieme ai suoi compagni osovani di Porzus.
E’ una poesia delicata, che al fragore della guerra ed alla fredda solitudine della morte contrappone l’amore e l’augurio che il suo suono si diffonda in ogni angolo del mondo.
Ci hai dato qualcosa d’immenso
e tu lo sapevi, fanciullo,
lo sapevi morendo da solo
sotto gli alberi testimoni
e la neve calpestata dai piedi
che andavano alla morte
Diciamo: Amore
Diciamolo forte: Amore,
che ne suonino i monti e le valli,
e tuoni alle orecchie: Amore!
C’e un fanciullo, un candido morto,
che vive in quel grido.
Viva la Resistenza, viva l’Italia Democratica e Reppublicana.
Claudio Zani
Sindaco di Faedis
07 febbraio 2016