L’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli esprime il proprio dolore e sconcerto per
il grave fatto appreso questa mattina: ignoti hanno gravemente imbrattato con il
bitume il cippo che ricorda i patrioti osovani uccisi nel febbraio del 1945 al Bosco
Romagno, in Comune di Cividale del Friuli.
Il cippo, realizzato alla fine degli anni Ottanta, ricorda i patrioti della Osoppo Friuli
che prima furono aggrediti e fatti prigionieri il 7 febbraio 1945 alle Malghe di
Porzus dalla formazione dei GAP comunisti comandati da Giacca, e poi da li
trasportati nel Bosco Romagno, dove nelle due settimane successive furono uccisi.
Di questo gruppo faceva parte anche Guido Pasolini, il fratello di Pierpaolo.
L’Apo ha sempre ricordato il sacrificio di questi ragazzi, provenienti da ogni parte
d’Italia, in buona parte carabinieri e militari che non erano riusciti a tornare alle
proprie case dopo l’8 settembre del 1943.
Lo scorso mese di settembre il ministro della Difesa Mario Mauro, nel corso della
sua visita in Regione, aveva voluto rendere omaggio a questi patrioti osovani con
una cerimonia proprio al Bosco Romagno. Alla cerimonia avevano partecipato
numerose autorità civili e militari ed il Ministro Mauro, con un gesto insolito che
ha colpito i presenti, ha messo da parte l’intervento che aveva preparato e ha
parlato a braccio ricordando come la sua visita si inseriva sul solco tracciato dai
due grandi presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Giorgio Napolitano i
quali hanno sollecitato a rileggere la nostra storia per creare le condizioni di una
memoria condivisa. “Costruire sulla verità la speranza del nostro futuro” era
stata la frase centrale dell’intervento di Mario Mauro.
“Il gesto di oggi – ribadisce il presidente dell’APO Cesare Marzona – ci riempie di
tristezza, e di tristezze proprio non abbiamo bisogno di questi tempi”.
“Non sappiamo – continua Marzona – a chi si possa attribuire questo gesto: di certo
sono persone che non amano la libertà, come invece l’hanno amata i giovani
osovani ricordati dal cippo e come continuiamo ad amarla noi della Osoppo.”