IL RICORDO DI NIVA DE PONTI “GIANNA”

Il 30 aprile 1945, a Casiacco di Vito d’Asio, una brutale raffica di mitra uccide la giovane Maria Niva De Ponti, l’osovana “Gianna”. All’inizio del mese la ragazza ha compiuto diciannove anni. E’ l’unica figlia di Amos e Silvia Sala, i genitori di origini comasche da molto tempo residenti a Udine. Prima che il vortice della guerra sconvolga la vita familiare, il padre è imprenditore nel settore delle calci, dei cementi e materiali edili, presidente provinciale dei rivenditori dei generi di monopolio. La mamma conduce un negozio di mercerie e tabacchi in Via Vittorio Veneto e Niva ha intrapreso gli studi superiori.

La giovane decide però di interromperli, per assistere la madre, in precarie condizioni di salute. Sfollati dal capoluogo friulano, i De Ponti si trasferiscono in Val d’Arzino. Gestiscono la locanda posta sulla strada che attraversa Casiacco, diventato il centro di riferimento dell’Intendenza partigiana nella valle controllata dai Fazzoletti Verdi della 3° Brigata. A pochi metri dall’albergo, c’è l’osteria di Vittorio Bertuzzi “Barcian”, padre di Fermina “Derna” e Anna Maria “Leda”, diventate amiche di Niva, che dall’estate del 1944 è “Gianna”. Tre preziose informatrici del Battaglione Italia-D.D., a cui vengono affidati importanti incarichi, senza dubbio molto rischiosi, ancor di più dall’autunno, quando Casiacco viene occupato dalle truppe cosacco-caucasiche, che installano il loro comando nella locanda dei De Ponti. La scelta consapevole e coraggiosa di Niva trova spiegazione nell’ammirevole maturità e nella profonda sensibilità di cui sono intrisi gli stralci del suo diario pubblicati da “Osoppo Avanti!” il 28 agosto 1945, in omaggio ad una giovane intelligente, religiosa, amante della musica e dei libri, piena di vita e di seri progetti per il futuro.

A infrangere ogni suo desiderio è quanto accade a Casiacco nelle concitate e drammatiche ore che precedono la Liberazione. Il 28 aprile si registrano l’annunciata resa del presidio caucasico con la mediazione del parroco don Carlo Sabot, gli inattesi spari che feriscono gravemente il comandante osovano Lino Pinter “Bores”, a cui “Gianna” salva la vita arrestando l’emorragia altrimenti fatale, la fucilazione di coloro che hanno sparato dall’albergo. Quando tutto sembra concluso, due giorni dopo a compiersi è il tragico destino di Niva, uccisa assieme a Lorenzo Artico di Portogruaro da tre caucasici, che entrano nella locanda e feriscono anche la mamma Silvia, soccorsa da due suore. Un’esecuzione spietata, pare premeditata.

Forse per rappresaglia, come sostengono alcune fonti, forse per il silenzio opposto dalla ragazza alle domande degli assassini in cerca di “Derna” e “Leda”, come riferisce “Osoppo Avanti!”. Il doveroso omaggio a “Gianna”, che riposa nel cimitero monumentale di San Vito a Udine, richiama la profonda gratitudine che dobbiamo a lei e a tutte le donne della “Osoppo-Friuli”. A quante persero la vita per la loro scelta. A coloro che contribuirono alla Resistenza, nei modi più diversi. Informatrici, staffette, infermiere, sarte, cuoche. Donne di ogni estrazione sociale, accomunate dal senso del dovere, dal generoso coraggio e dalla dura lotta per la Libertà.

Jurij Cozianin

Dove e quando:
Casiacco di Vito d'Asio
30 aprile 1945 - 30 aprile 2025
Niva De Ponti (1926-1945)