Ricorre l’ottantesimo anniversario della morte dell’osovano Giobatta Brovedani “Arsenio”, comandante del Battaglione “Indipendenza”, deceduto il 2 maggio 1945 nell’ospedale di Spilimbergo, in seguito alle ferite riportate il 30 aprile nella frazione di Baseglia, nelle ore della Liberazione del comune dalla guarnigione tedesca e dai cosacchi.
Lo ricordiamo facendo visita al figlio Arsenio, nella sua casa di San Vito di Fagagna.
E’ nato cinque mesi dopo la scomparsa del padre e ne porta il nome da partigiano. Ne parliamo, sfogliando l’album di fotografie che ritraggono il genitore da sergente d’artiglieria alpina del 3° Reggimento e del Gruppo “Val Tagliamento”. Reduce dal fronte greco-albanese, dal Montenegro e dalla Francia, dopo il dramma dell’8 settembre 1943 Giobatta rientra nella sua Pradis di Sotto (Clauzetto), in cui è nato il 13 giugno 1918 dalla madre Luigia Bulian e dall’omonimo padre.
Prima della guerra, il giovane faceva il falegname. Coniugato con Elvira Baschiera, nel 1939 è diventato papà della primogenita Vilma. Dopo aver già dato assistenza agli ex prigionieri alleati che si rifugiano sui monti, con la nascita della “Osoppo” nella vicina Val d’Arzino, Giobatta diventa “Arsenio”, patriota del Battaglione “Val da Ros”, acquartierato a Campone, inizialmente agli ordini del clauzettano Attilio Zannier “Niso”.
Le cronache partigiane ne segnalano gli atti di sabotaggio, in particolare al campo d’aviazione di Maniago, e il nobile gesto di solidarietà nei confronti di un prigioniero austriaco in lacrime, con il pensiero rivolto alla moglie e ai figli. “Arsenio” lo libera, in armi, affinchè possa raggiungere la frontiera. Purtroppo, troverà la morte sul Volaia per mano tedesca.
Dopo la grande offensiva nazifascista di fine ’44 e la riorganizzazione dei reparti, nell’ultima fase della Lotta di Liberazione Brovedani è alla testa del suo battaglione, ridenominato “Indipendenza”, a cui si deve il disarmo dei presidi cosacco-caucasici di Campone, Redona e Tramonti di Sotto oltre che di quello tedesco di Tramonti di Sopra, prima della partecipazione alla Liberazione di Spilimbergo.
Alla memoria del comandante, nel 1966, venne conferita la Croce al Valor Militare. A Baseglia, una lapide lo ricorda assieme agli osovani Benigno Cedolin “Glauco” e Italo Concina “Athos”, patrioti del Battaglione “Risorgimento”, caduti per la libertà il 30 aprile 1945. Giobatta Brovedani riposa nel piccolo cimitero di Pradis di Sotto, ai piedi del Monte Rossa.
Siamo molto grati al figlio Arsenio per la sua disponibilità e a Giuliano Cescutti, sindaco di Clauzetto, per aver facilitato il nostro emozionante incontro.
Jurij Cozianin