IL RICORDO DI ALDO GASTALDI IL PARTIGIANO "BISAGNO" NEL 75° ANNIVERSARIO DELLA MORTE

Aldo Gastaldi fu il protagonista della resistenza genovese, e certamente fu uno degli esempi più significativi della resistenza "autonoma" priva cioè di connotazioni politiche. Ciò che caratterizzava uomini come "Bisagno" era il rispetto e la cura degli uomini a lui affidati e un grande amore per la libertà. 
Egli era di una castità capace di essere tremenda. Era un Vergine (…) La sua energia era di un uomo fatto, virile e grave, ma lo sguardo, specchio del suo temperamento, conservava sempre uno scintillamento di giovinetto. Viveva raccolto in sé stesso, in un ardore intrepido e tenace. Possedeva in sommo grado una virtù rara in Italia, l’onestà. Era onesto come un abete è dritto sulla vetta. Anche le sue ore di malinconia contenevano potenza: La potenza del credente.” 

Con queste parole il Prof. Lio Rubini, docente di materie umanistiche, che fu insegnante di Aldo Gastaldi all’Istituto Tecnico “Galileo Galilei”, delinea la personalità di un allievo nel quale, sin dall’adolescenza, aveva riscontrato un’interiorità figlia di una già matura Fede in Cristo. In lui convivevano uno spirito di fanciullo e la maturità formata e consapevole di un uomo. La spiritualità di Aldo è semplice, genuina e sapiente; infiltra silenziosamente ogni recondito angolo dell’agire umano e lo mette a confronto con tutte le sue miserie; Abbraccia tutto il suo esistere ed è difficile da sopportare, a meno di non rispondere incondizionatamente alla Grazia che educa ed eleva alla costante diffidenza di sé stessi e alla rinuncia alle passioni. È questa risposta che genera inconsapevolmente un esempio che trascina e che, sebbene ponga dinanzi la croce, contagia di un entusiasmo esente da ogni forma di esaltazione. Una spiritualità che sa soffocare la tentazione dell’orgoglio, dell’abuso di potere e che mai ha bisogno della rinuncia alla propria individualità e alle proprie convinzioni, per ottenere un facile consenso. È una spiritualità maturata nel nascondimento del vissuto quotidiano e nella pratica, sin dalla più tenera età, di tutte le virtù, una continua scoperta della sconfinata Maestà e Bellezza di Cristo che abbraccia ogni cosa.Un costante riferimento a Dio, una preghiera incessante, come emerge dai suoi scritti, che rivoluziona l’idea di uomo, di amico e soprattutto di nemico. Non esiste un nemico umano per Bisagno. Suoi nemici sono l’immoralità, la menzogna e tutto ciò che è contrario ai dettami del Santo Vangelo: l’impurità, ed il peccato. All’età di vent’anni, durante il periodo del servizio militare scriveva da Casale Monferrato una lettera al Padre, per rassicurarlo su quale fosse il suo animo ed il suo agire: 
…io detesto e dispregio nel modo più assoluto tutto ciò che è mondano ed impuro. Credo e penso che tutti coloro che vedono ogni bellezza della vita nel solo piacere materiale siano dei deboli, degli uomini senza volontà e costretti dalla loro debolezza a seguire la via errata che porta alla tristezza ed alla disperazione di aver trascorso così male la loro gioventù, lontano da Dio ed immersi nel mondo del vizio, dell’immorale e della rovina della salute del corpo. Ringraziando la Volontà divina e ringraziando Te per la ferrea educazione che mi hai infusa, posso oggi giurare di essere stato forte finora e mi prometto di usare tutto il potere della mia volontà per mantenermi inflessibile anche in avvenire”
E’ una spiritualità che mira al costante rafforzamento della volontà, condizione indispensabile per seguire l’irta e meravigliosa via della Virtù e adempiere così la Volontà Divina, ma che si fa tutto ad un tratto severa, intransigente sino all’inverosimile nel giudicare il proprio pensare e agire, alla luce della Parola di Dio, unico riferimento assoluto per il corretto discernimento tra bene e male. Questo giudizio si manterrà inflessibile nei confronti di ogni tipo di ingiustizia e ambiguità, sino alla sua morte. Bisagno contrasterà in modo fermo e deciso l’infiltrazione partitica tra le file partigiane, e ogni cosa che potesse in modo subdolo ingannare i suoi uomini, ed inquinare gli intenti che li avevano spinti a seguirlo. Verso chi è caduto per debolezza, si rivela invece il Comandante vicino, comprensivo, sempre pronto al perdono e all’evangelica correzione fraterna. Sono orgoglioso di portare il nome di un uomo che ieri come oggi è stato ed è segno di profonda contraddizione. Un Uomo che, per tenere fede alla Verità tutta intera, si è trovato spesso solo a contrastare, in modo tenace e consapevole di quelle che sarebbero state le conseguenze del suo agire, ciò che il Beato Giovanni Paolo II definisce nel Suo ultimo libro “Memoria e Identità" le due grandi ideologie del male: il nazismo e il comunismo. 
Aldo Gastaldi (nipote omonimo)
Dove e quando:
21 maggio 1945 - 21 maggio 2020
ALDO GASTALDI "BISAGNO"