IL RICORDO DEL CAPITANO GIUSEPPE MAGGIO “SANTAGOSTINO”

Il 31 gennaio ricorre l’anniversario della scomparsa, avvenuta nel 1945 nel lager nazista di Ohrdruf in Turingia, del capitano del Regio Esercito Giuseppe Maggio, il patriota osovano “Santagostino”. Nato a Lecce il 15 maggio 1910 dalla madre Amalia Trisolini e dal padre Nicola, laureato in Giurisprudenza e avvocato, al momento dell’Armistizio si trova a Udine, nella caserma della “Julia”. E’ infatti reduce dal fronte russo, da capitano del 5° Reggimento d’Artiglieria Alpina Gruppo “Val Piave”.Pur appartenendo alla “Pusteria”, il suo reparto è stato infatti inviato in terra sovietica di rinforzo agli artiglieri della Divisione friulana.

Nei tragici giorni della ritirata, a metà gennaio del ’43, Maggio è stato artefice di un episodio di eroismo che gli varrà, dieci anni dopo, il conferimento postumo della Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Sfuggito alla cattura da parte dei tedeschi dopo l’8 settembre, entra in clandestinità, diventando “Santagostino”. La conferma in tal senso è contenuta nelle pagine del prezioso diario della scrittrice tarcentina Bruna Sibille-Sizia, nel quale alcune annotazioni attestano il suo far parte, fin dall’autunno del 1943, della Resistenza militare, che a Udine ha nei maggiori Giuseppe Talamo “Ugo” e Mario Miglioranza “Pinto” i principali animatori, che contribuiscono alla nascita della Osoppo Territoriale.

Dalle stesse, emerge che “Santagostino” conosce sia “Pinto” che il tenente Giovanni Battista Berghinz “Barni”, responsabile dell’intendenza osovana in città. Le frammentarie fonti disponibili non consentono di conoscere i dettagli del suo contributo alla Lotta di Liberazione, ma è immaginabile che anch’egli sia impegnato nelle attività di sabotaggio, informazione, intendenza e reclutamento, particolarmente rischiose nell’ ambiente urbano, come dimostrato dalle ripetute retate condotte dalla polizia tedesca, che costano l’arresto sia del barlettano “Ugo”, nel gennaio del 1944, che di “Pinto”, barbaramente trucidato a giugno. Un mese più tardi, anche “Santagostino” viene, purtroppo, catturato nella casa in cui alloggia.

E’ il mattino del 28 luglio, lo stesso giorno in cui è arrestato “Barni”, che sarà vittima del lager nazista della Risiera di San Sabba a Trieste. Incarcerato in Via Spalato, Maggio è avviato alla deportazione ad ottobre. Fuggito dal treno tra Pontebba e Tarvisio, ferito e curato da civili, viene sorpreso di notte da una pattuglia tedesca.

Arrestato e riportato a Udine, lascia definitivamente il capoluogo friulano il 31 ottobre, nel vagone piombato che due giorni dopo lo conduce, dopo un secondo tentativo di evasione, nel lager di Dachau in Baviera, con matricola 121478. Ai primi di dicembre, è trasferito a Buchenwald ed in seguito nel sottocampo di Ohrdruf. Il suo numero diventa 100228. Il “totenbuch” del lager ne registra la morte per “polmonite” il 31 gennaio 1945. Il suo corpo non è mai stato recuperato. Nel cercare di ricostruirne la biografia, siamo grati della cortese collaborazione a Marica D’Aprile, giovane scrittrice pugliese, già autrice del volume “La Via Crucis secondo Ermes”, dedicato a Guidalberto Pasolini e da lei donato alla nostra Biblioteca.

Jurij Cozianin

Dove e quando:
31 gennaio 2024
Giuseppe Maggio "Sant'Agostino" (1910-1945)