IL RICORDO DEI PARTIGIANI FUCILATI A TRAMONTI DI SOTTO IL 10 DICEMBRE 1944

Sabato 7 dicembre si è svolta a Tramonti di Sotto la semplice cerimonia in ricordo dell'ottantesimo anniversario della fucilazione dei partigiani fucilati in quella località il 10 dicembre 1944. Una corona è stata posta  presso la cappelletta che sorge all’ingresso del paese e dove una lapide ricorda i nomi di tutti i caduti. Alla cerimonia ha preso parte anche il Sindaco di Tramonti di Sotto Giampaolo Bidoli. Nel tragico episodio che avvenne il 10 dicembre del 1944 furono fucilati ben dieci partigiani appartenenti alla Garibaldi e alla Quarta Brigata Osoppo.

Il prologo dell’eccidio ebbe inizio negli ultimi giorni di novembre: i tedeschi iniziarono una vasta operazione di rastrellamento che vide interessato il settore della Val d’Arzino e la val Meduna. Il 27 novembre i reparti tedeschi avanzarono sulla Val Tramontina mentre all’alba del 29 novembre entrò in azione anche il Battaglione Guastatori Alpini “Valanga” un reparto aggregato alla X^ MAS, e comandato dal capitano Manlio Morelli. Il rastrellamento era articolato su tre direttrici: una a fondovalle e le altre due sui versanti della vallata. Il reparto a fondovalle fu bloccato in località Ponte Racli dalle batterie osovane mentre i due reparti a monte procedevano speditamente verso nord.

Superato il blocco a Ponte Racli, il 30 novembre il Battaglione Valanga entrò a Tramonti di Sotto occupando così il paese. Nei giorni successivi i reparti proseguirono il rastrellamento percorrendo i sentieri che collegavano le numerosissime borgate della Tramontina. Ricerca perlopiù infruttuosa, anche se vennero utilizzati alcuni cani lupo che, con i loro istruttori tedeschi, erano stati assegnati al Battaglione Valanga. Il 7 dicembre si ebbe uno scontro che vide coinvolto un reparto del Battaglione Valanga in località Frasseneit e un consistente gruppo di partigiani; non essendo citato questo episodio in nessuno dei memoriali osovani si presume che questo gruppo di partigiani appartenesse ai reparti garibaldini. Nello scontro a fuoco che seguì morì un guastatore del Valanga e altri due rimasero feriti: questo episodio probabilmente creò i presupposti per quello che accadde nelle giornate successive.

Il giorno 9 il reparto fascista si diresse verso l’abitato di Palcoda dove erano rifugiati una cinquantina di partigiani e, fra essi, Gianni Bosi “Battisti” comandante del gruppo sud delle Brigate Garibaldi, e la sua compagna Iole De Cillia, “Paola”. Nel violento scontro a fuoco, morirono numerosi partigiani, fra i quali anche Battisti e Paola, mentre altri 21 furono catturati e portati a Tramonti di Sotto. Qui le testimonianze ci dicono che i partigiani furono portati nella macelleria del paese e li interrogati e torturati: le grida strazianti furono sentite dagli abitanti di Tramonti rinchiusi nelle loro case.

Non ci sono certezze su cosa spinse il capitano Morelli (o i suoi ufficiali sottoposti) a decidere per la fucilazione dei dieci partigiani. I resoconti del reparto fascista parlano della costituzione di una “Corte Marziale che procedette all’interrogatorio dei prigionieri catturati nella zona di Tramonti: alcuni riconosciuti responsabili di specifici reati, vennero fucilati” versione inverosimile e di copertura, visto che il reparto della X^ MAS si trovava fino a qualche giorno prima ben lontano dalla Val Tramontina e i dieci partigiani non potevano certo essere da loro conosciuti e quindi non si comprende quali reati specifici poteva attribuire loro la “Corte Marziale”. Molto più probabilmente la decisione fu presa sotto la spinta dalla frenesia di vendetta e ritorsione che il reparto provava a seguito del guastatore morto nello scontro di Frasseneit. I dieci partigiani furono portati sul muro del cimitero di Tramonti di Sotto e lì fucilati nella serata del 10 dicembre.

Tre di essi appartenevano alla IV^ Brigata Osoppo: Salvatore Villani “Cossu”, di Santa Teresa di Gallura, brigadiere dei Carabinieri, Cosimo Moccia “Aldo” di Manduria carabiniere e Ulderico Rondini “Romano” di Roma. Particolarmente toccante la figura di Cosimo Moccia, al quale venne attribuita la medaglia d’argento alla memoria, e la cui motivazione dice testualmente: “Catturato insieme ad altri compagni da un reparto della X^ MAS, sottoposto a stringenti interrogatori allo scopo di strappargli notizie sull’organizzazione delle formazioni clandestine, mantenne fermo ed eroico contegno. Escluso dalla fucilazione che il comandante nazifascista aveva ordinato, fiero dei suoi nobili ideali, si rivolgeva al nemico chiedendo che la sorte dei compagni fosse anche la sua.” La motivazione, che trova origine nelle testimonianze, ci consegna quindi la figura di un ragazzo di 22 anni che volle condividere la tragica sorte dei suoi amici.

E proprio tale comportamento eroico ha spinto più volte la famiglia Moccia e anche la comunità di Manduria a chiedere l’attribuzione della massima riconoscenza per questo giovane ragazzo del Sud venuto a morire sulle montagne del Friuli. Al loro ricordo venne dedicata la piccola cappella edificata all'ingresso del paese di Tramonti di Sotto sull'area della Colonia alpina.

Dove e quando:
Tramonti di Sotto
10 dicembre 1944 - 10 dicembre 2024
La posa della corona presso la Cappella che ricorda i caduti del 10 dicembre 1944