IL RICORDO DEI CADUTI DI VALLE DI FAEDIS IL 29 SETTEMBRE 1944: PIERINO CELETTO - AZELMO SGUAZZIN E FERRUCCIO FONTANINI

Un ragazzo dal volto pulito e dall’ampio sorriso. I suoi occhiali tondi, la giubba militare e il cappello alpino. Il fucile Carcano 91/38 a spalla, le giberne e la baionetta nel fodero. Un pacco di fogli tra le mani. Così appare Pierino Celetto in una bella fotografia, che ne coglie i tratti dello studente e del combattente per la Libertà. Tale è il giovane gemonese, nato il 30 maggio 1924 dalla madre Cesarina Bigardi e dal padre Vittorio. Il fratello Luigi è venuto al mondo due anni prima. La famiglia abita al civico 3 di Piazza Garibaldi.

 

Frequentate le scuole dell’obbligo nel Collegio degli Stimmatini, Pierino asseconda la passione per gli studi diplomandosi al Liceo Scientifico “Giovanni Marinelli” di Udine, prima di iscriversi alla facoltà di Scienze Politiche all’Università di Trieste e ottenere una cattedra da supplente presso la Regia Scuola tecnica a indirizzo industriale “Generale Antonio Cantore” di Gemona. Il suo foglio matricolare attesta nel novembre 1942 l’obbligo dei corsi per gli allievi ufficiali di complemento e nell’agosto del ’43 l’idoneità all’arruolamento. La chiamata alle armi anticipa di pochi giorni il dramma dell’8 settembre. L’incombere dei bandi nazifascisti costringe anche Pierino a compiere la scelta più importante della sua vita. L’educazione ricevuta e i valori in cui crede lo spingono a combattere per la Libertà, da giovane cattolico e patriota della Osoppo-Friuli. Raggiunge così Pielungo, sede del comando osovano, all’inizio dell’estate del 1944, diventando “Mazzini”, in omaggio al padre del Risorgimento italiano. Subito dopo l’attacco del 19 luglio al Castello Ceconi, Pierino lascia la Val d’Arzino e ritorna a Gemona, d’intesa con don Alberto Pancheri “Ettore”, che gli affida il comando del primo nucleo del battaglione “Edelweiss”, che si forma nella conca di Ledis e un mese più tardi diventa “Prealpi”.

“Mazzini” ne è lo stimato delegato politico. Nel reparto c’è anche il fratello Luigi “Mameli”. Sono le settimane dei ripetuti sabotaggi alla ferrovia Pontebbana e degli efficaci agguati all’occupante. I sacrifici di una giusta lotta sembrano premiati, ma alla fine di settembre il vento cambia drasticamente. Sono i giorni del brutale attacco nazifascista e cosacco alla Zona Libera del Friuli Orientale. Le comunità di Nimis, Attimis e Faedis subiscono gli orrori degli incendi, dei saccheggi, degli eccidi e della deportazione. Il cedimento dello schieramento partigiano costa alla Osoppo decine di caduti, feriti e prigionieri, destinati ai lager nazisti.

L’impari scontro con le soverchianti forze nemiche coinvolge anche il “Prealpi”, schierato a Subit in rinforzo ai reparti della 1° Brigata osovana. Quanto avviene a “Mazzini” in quei drammatici frangenti è descritto nel racconto che Gastone Valente “Enea” fa al dottor Gino Pieri “Quidam”. Il coraggio nel contendere ai tedeschi una posizione strategica, il ferimento ad una gamba, le cure nell’ospedaletto di Forame, il generoso ritorno sul campo di battaglia, prima dell’inevitabile ripiegamento. Lungo la sofferta marcia verso Valle di Soffumbergo, in cui perdono la vita anche Azelmo Sguazzin “Bruno”, al comando del “Prealpi”, e Ferruccio Fontanini “Zanon”, comandante della 1° Brigata, fatale per Pierino è l’esplosione di un proiettile di mortaio tedesco, che lo scaraventa a terra, con la schiena squarciata e le gambe paralizzate. Gli rimane accanto il fratello Luigi, a cui confida serenamente le ultime parole per gli affetti più intimi, aggiungendo “non mi rincresce di morire perché ho potuto fare qualche cosa per l’Italia e il suo onore”.

La giovane vita di “Mazzini” si spegne così, il 29 settembre 1944. Non il suo nobile esempio, che viene riconosciuto il 6 marzo 1950, con il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, la cui motivazione così si conclude: “La sicurezza della sua fede e la luce del suo sacrificio brillano esemplari per tutti i combattenti e per i giovani in particolar modo”. Pierino Celetto riposa nella sua Gemona, che gli ha intitolato una via cittadina.

 

Jurij Cozianin

Dove e quando:
Valle di Faedis
29 settembre 1944 - 29 settembre 2022
Pierino Celetto (1924-1944) - foto tratta dal sito Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia