Il convegno di Mortegliano

Foto e riassunto dell'intervento del dr. Finetti

Qui le fotografie del convengo, qui il programma e la locandina

CONVEGNO DI MORTEGLIANO

18 ottobre 2009


SINTESI INTERVENTO dott. UGO FINETTI


La resistenza ha fatto si che l’Italia non fosse trattata come la Germania. Al suo vertice aveva una persona di prestigio, il generale Raffaele Cadorna. La resistenza ha permesso la Costituzione ad alta sensibilità sociale. La resistenza ha evitato all’Italia le conseguenze della guerra fredda.

Si parla di resistenza e resistenze poiché è stata data una lettura classista della storia del Novecento e dalla considerazione storica prevalente della resistenza è stato espulso l’anticomunismo democratico, non si sono considerati gli Alleati, l’apporto dei militari, figure come Pizzoni, Cadorna e Montezemolo, morto alle Fosse Ardeatine.

L’episodio di Porzus è stato visto come marginale a Yalta poiché le forze comuniste concepivano la resistenza in Italia come la guerra civile di Spagna.

La riabilitazione di Porzus si è avuta solo dopo caduto il muro di Berlino nel 1989. Il comunismo ha avuto in precedenza un ruolo chiave nella vita nazionale, esercitando un primato nella resistenza con l’espulsione della resistenza parallela. Antifascismo e democrazia per il PCI non potevano sussistere.

Nel biennio 1924-1926 i comunisti, rompendo con gli altri partiti dell’opposizione parteciparono ai lavori parlamentari con i fascisti.

La caratteristica della situazione italiana è che i gruppi antifascisti hanno - scrive Togliatti nel suo rapporto al Komintern del 15 settembre 1924 - una natura borghese e reazionaria per cui la lotta contro il fascismo non porterà ad una rivolta del proletariato ed a una lotta aperta delle masse” in quanto ritengono, invece possibile “l’instaurazione di un governo operaio e contadino”.

La nostra polemica di stampa, la nostra propaganda di partito - scrive ancora Togliatti il 25 settembre a Zinoviev - è stata indirizzata fin dal primo momento della crisi Matteotti a questo fine” e cioè a dissociarsi dall’Aventino con “la parola d’ordine della costituzione  di comitati operai e contadini”.

Gramsci da parte sua continua ad attaccare il “semifascismo” di Amendola, Sturzo e Turati.

Il fatto che il giorno prima della riapertura della Camera l’Aventino  abbia chiesto al re un governo tecnico per preparare nuove elezioni è da Togliatti considerato la richiesta di instaurare una “dittatura militare”. I comunisti si chiamano fuori dallo scontro fra democrazia e fascismo.

Discorso di Mussolini del 3 gennaio: i comunisti assistono alla dichiarazione di inizio della dittatura in rispettoso silenzio, senza osare dare un cenno di vita mentre i deputati fascisti inneggiano “Viva Mussolini”.

Il gruppo parlamentare – Togliatti il 12 gennaio - ha eseguito esattamente le direttive dategli dal Comitato esecutivo.

Nella seduta in cui furono lette le dichiarazioni di Mussolini un compagno entrò nell’aula per prendere la parola leggendo una dichiarazione del partito. Quando egli manifestò il proposito di iscriversi a parlare la discussione fu chiusa anzi si dichiarò che non poteva nemmeno incominciare e la seduta fu tolta”.

La seduta - continua il Migliore - veniva così chiusa improvvisamente e il nostro gruppo non poteva attuare il suo intervento, forse anche per deficiente conoscenza dei dettagli del regolamento parlamentare”.

E qual è il giudizio del PCI che sarebbe stato in quella occasione il più lucido e il più deciso avversario di fronte alla svolta mussoliniana? “Siamo in pari tempo convinti che il perdurare della presente situazione si risolve in un beneficio nostro”. E’ il 5 gennaio 1925.

Nei primi giorni - scrive tutto tranquillo il 12 gennaio - sono state fatte infinite perquisizioni in tutte le città d’Italia, ma i perquisiti erano di preferenza uomini della opposizione liberale e democratica ed esponenti dei gruppi Italia Libera”.

Togliatti così rassicura Mosca a proposito della repressione messa in moto da Mussolini dopo il discorso del 3 gennaio: “Il nostro partito non è stato fino ad ora molto colpito”.

Il 16 marzo Togliatti cita la presentazione di una “interpellanza sul rincaro della vita” e di “una interpellanza sulla diminuzione dei salari”.

Togliatti sottolinea che le “interpellanze vennero accettate dal governo, il quale però rifiutò di fissare un giorno per la trattazione di esse”.

Nelle tesi di Lione 1926 infatti si teorizza l’esistenza di una “catena reazionaria” che andava dai liberali ai popolari, dai riformisti ai massimalisti.

Anche dopo l’attentato a Mussolini del sedicenne Zaniboni a Bologna il 31ottobre 1926  sciolto il partito socialista di Turati e Matteotti e devastate le abitazioni di Benedetto Croce, di Arturo Labriola e di Roberto Bracco, quando la Camera è convocata improvvisamente in novembre in un solenne omaggio a Mussolini per lo scampato pericolo, i comunisti non si rendono conto del precipitare degli eventi e continuano ad andare in Parlamento.

Ma ormai non possono più parlare e vengono aggrediti e cacciati dall’aula. Ciononostante – completamente inconsapevoli - si ripresentano ancora il giorno dopo ed accettano di sedersi ad ascoltare i discorsi fascisti che preannunciano il trionfo della dittatura senza aprire bocca.

La frequentazione dei lavori parlamentari si trascina così senza rendersi conto della gravità degli eventi. Fino all’ultimo - prima dell’arresto di Gramsci l’8 novembre 1926 - crederanno che il provvedimento non li avrebbe riguardati, ma avesse come destinatari solo quanti avevano partecipato all’Aventino.

Anni Trenta Togliatti “Stato operaio” 1928

Esistono legami ideologici fra il fascismo e la socialdemocrazia”.

Dopo i Fronti popolari - Durante la guerra di Spagna “Stato operaio” quindi nel suo numero del luglio-agosto 1937 in contemporanea con le retate di Negrin accusa i seguaci di Rosselli di sostenere posizioni pericolose in quanto rappresentano “per così  dire la fase iniziale del trotzkismo”. “Spinte alle loro logiche conseguenze, esse, ripetiamo, portano inevitabilmente al trotzkismo”

Giustizia e Liberta” è l’unico movimento antifascista organizzato il quale abbia voluto coscientemente, ostinatamente rimanere estraneo, fino all’ultimo, fino ad oggi, al battaglione ed alla brigata Garibaldi”.

Cosa assolutamente intollerabile dal momento che “nelle sue file si annidano alcuni trotzkisti notori per cui al pari dei trotzkisti “Giustizia e Libertà” è essa pure ostile all’Unione Sovietica.”

Nel settembre 1937 Togliatti “Stato operaio”. L’accusa è chiara: “punti di identità di “Giustizia e Libertà” con il trotzkismo”.

In Spagna la resistenza italiana non si accorse che combatteva contro un esercito di cattolici e contadini, per cui molti democratici come Pacciardi abbandonarono la lotta.

Nel biennio 1939 -1941 i comunisti difesero l’alleanza fra Stalin e Hitler.

Nel 1939 Stalin sostenne quella scelta affermando che era in corso uno scontro fra imperialisti “ricchi “(Francia e Gran Bretagna) ed imperialisti poveri (Germania e Italia) e quindi i sovietici preferivano questi ultimi.

Non è male – dichiara Stalin il 7 settembre 1939 - se per mano della Germania venisse scossa la posizione dei Paesi capitalistici più ricchi, in particolare l’Inghilterra”.

Solo successivamente all’aggressione hitleriana all’URSS i comunisti rientrarono nell’alleanza antifascista, ma sempre con una presa di posizione bellicosa rispetto agli altri stati e partiti.

La crisi del capitalismo - dichiara Stalin il 28 febbraio 1945 - si è espressa nella divisione dei capitalisti in due fazioni: una fascista e una democratica. Si è creata una alleanza tra noi e la corrente democratica dei capitalisti. Noi adesso stiamo con una frazione contro l’altra, ma nel futuro saremo anche contro questa frazione dei capitalisti”.

E’ sulla base di questa strategia che Togliatti ed i comandanti comunisti delle brigate partigiane parteciparono alla resistenza avendo in mente da un lato il primato dell’occupazione jugoslava e dall’altro il futuro scontro con gli altri partiti del Cln.

E’ così che animarono una resistenza parallela attraverso i GAP le cui principali imprese sono la bomba di via Rasella e l’assassinio di Giovanni Gentile che non vennero approvati dal Cln.

E poi attraverso i comitati insurrezionali creati dal PCI alla vigilia della Liberazione nelle varie regioni del nord - Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia, Veneto - riuniti in conferenza dei triumvirati insurrezionali per condurre una epurazione al di fuori del Cln.

Riunione della Direzione del PCI il 12 marzo 1945 e 10 aprile 1945

Il Partito alla testa della classe operaia che era alla testa della resistenza

Quella che è stata chiamata “doppiezza” del PCI di Togliatti e che diventerà “diversità” con Berlinguer rispecchia l’irriducibile antagonismo dell’”idea comunista” quale futuro positivo dell’umanità e considera anche gli alleati un freno o entità inferiore se non – come avvenne a Porzus - obbiettivamente un pericolo da sopprimere.

Nelle lettere dei condannati a morte della resistenza non si legge di Stalin o rivoluzione, ma di Dio, patria, famiglia.

Dove e quando:
Mortegliano
18 Ottobre 2009