L'ottantunesimo anniversario dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine verrà celebrato come ogni anno alla presenza delle massime autorità dello Stato e dalle associazioni partigiane e combattentistiche.
Ben 335 furono le vittime dell’efferato eccidio: civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano di via Rasella, compiuto il 23 marzo da membri dei GAP romani, in cui erano rimasti uccisi 33 soldati del reggimento "Bozen" appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca.Nello scoppio morirono anche due civili italiani mentre altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco.
Fra coloro che persero la vita nell’eccidio 154 erano persone a disposizione dell'Aussenkommando, sotto inchiesta di polizia; 23 in attesa di giudizio del Tribunale militare tedesco; 16 persone già condannate dallo stesso tribunale a pene varianti da 1 a 15 anni; 75 appartenenti alla comunità ebraica romana; 40 persone a disposizione della Questura romana fermate per motivi politici; 10 fermate per motivi di pubblica sicurezza; 10 arrestate nei pressi di via Rasella; una persona già assolta dal Tribunale militare tedesco; sette persone tuttora non identificate.
Fra i caduti ricordiamo la figura di Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo Colonnello del Regio Esercito, comandante del Fronte Militare Clandestino, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Vittima della rappresaglia fu anche don Pietro Pappagallo, arrestato alcune settimane prima in quanto collaboratore del Fronte Militare Clandestino. All'eroico sacerdote fu attribuita la Medaglia d'oro al valor civile alla memoria.