Due afgani, Safi e Sadat e quattro provenienti dal Bangladesh, Hanif, Eshan, Manna e Maruf, questi i nomi dei sei ragazzi ospiti della Casa dell'Immacolata di don Emilio de Roja, presenti, assieme ad un educatore, alla Cerimonia di commemorazione del 78° anniversario dell'eccidio delle malghe di Porzus. E' stata una novità, perchè da alcuni anni i Ragazzi di don Emilio, erano assenti dalle cerimonie della Osoppo.
E' stata una bella novità che ha riservato anche delle sorprese. Dice il presidente dell'APO Volpetti: "Ci tenevamo ad avere con noi i ragazzi di don Emilio, ma francamente non sapevamo le loro reazioni: sono tutti profughi da paesi lontani, con storie assai diverse, e che ovviamente sanno ben poco della nostra storia".
"Devo ringraziare il presidente di Casa dell'Immacolata, Vittorino Boem, il Direttore Daniele Bacchet ed il coordinatore Cristian Vaccher, i quali hanno volentieri condiviso la nostra proposta. La prima preoccupazione è stata quella di fornire ai ragazzi un minimo di preparazione sul gesto che abbiamo proposto di realizzare.
Abbiamo coinvolto l'Università di Udine, che ci ha messo a disposizione un dottorando, con il quale abbiamo organizzato un incontro di inquadramento storico, aiutati dal mediatore culturale che ha tradotto ai ragazzi la storia del periodo della Resistenza in Friuli e il racconto del dramma dell'eccidio delle malghe. Avevamo la preoccupazione di fare un racconto quanto più semplice possibile e francamente non avevamo idea di quanto i ragazzi si sarebbero interessati all'argomento."
"Con nostra sorpresa abbiamo colto nei ragazzi un interesse straordinario a quanto veniva loro spiegato e raccontato e abbiamo colto il motivo: quello che stavamo raccontando, la storia del Friuli di ottanta anni fa, era una storia assai vicina a quella che questi giovani avevano vissuto nei loro paesi di origine: guerre fratricide, fazioni in lotta per decenni, odi e tradimenti! Anche loro avevano sotto gli occhi quello che in Friuli è stato vissuto e che proprio alle malghe di Porzus ha trovato una delle sue drammatiche espressioni."
Domenica i sei ragazzi, accompagnati dall'educatore, sono stati alle malghe e a Canebola dove hanno partecipato alla commemorazione.
Alla fine della cerimonia, il presidente Volpetti ha consegnato loro la bandiera della Osoppo che tempo addietro è stata ritrovata in un armadio della Casa della Immacolata e che era quella che don Emilio affidava ai suoi ragazzi per partecipare alle cerimonie osovane.
"Ho consegnato con commozione questo ricordo di don Emilio - ha affermato Volpetti - perchè è come rinnovare una storia importante, un percorso che oggi vogliamo affidare a questi ragazzi, che hanno alle spalle una esperienza difficile. Vogliamo continuare ad averli con noi, per indicare anche a loro la grande testimonianza di don Emilio".