GIORNATA DELLA MEMORIA/4 - A Marano Lagunare una pietra d'inciampo per Marco Bianchi

Marano Lagunare ha ricordato con una pietra d'inciampo la nobile figura di Marco Bianchi ufficiale di carriera del Regio Esercito, fedele al giuramento prestato e per questo catturato a Udine dai nazisti e deportato a Dachau da dove non ha fatto ritorno. La sua figura è stata rievocata in un volume da Massimiliano Galasso che con il già Sindaco Falcomer ha proposto l'iniziativa di ricordare questo eroe sconosciuto della resistenza che fece parte dell'Osoppo Friuli. 

Il sindaco Popesso ha portato il saluto dell'amministrazione maranese, mentre un colonnello dell'esercito della brigata che ha ereditato quella di appartenenza di Bianchi, la “ Re”, ha svolto una breve relazione sulla sua vita militare. Toccante ed intenso di emozioni è stato l'intervento del pronipote di Marco Bianchi Natale Sedran Sindaco di Fossalta di Portogruaro. Ha espresso i sentimenti dei parenti di Bianchi e ha presentato il prozio nella sua dimensione umana, nei suoi valori di persona eredittati dal padre medico e da un'etica familiare. Coraggioso e ricco di contenuti è stato, infine, l'intervento di Massimiliano Galasso che ha preceduto la chiusura della breve, ma partecipata e commovente cerimonia da parte dell'assessore regionale Pizzimenti. Nato a Marano nel 1899, Marco Bianchi era figlio di Giovanni, medico chirurgo appartenente a una tra le più importanti casate della borghesia post-unitaria e della nobildonna Teresa Marin, discendente da una famiglia aristocratica di Latisana, proprietaria di vasti latifondi tra Veneto Orientale e Friuli. I due si conobbero a Marano, dove Giovanni svolgeva la professione di medico condotto e Teresa vi abitava con i genitori, dopo l’acquisto da parte del padre del Palazzo dei Provveditori (sede del Governatore della Serenissima). Patrioti convinti, combattenti delle guerre del Risorgimento, filantropi e amministratori politici locali, fecero crescere Marco in un ambiente fervido di stimoli patriottici e di responsabilità civiche, valori a loro tanto cari che formarono il giovane. Diplomatosi a Udine nel 1916, Bianchi venne chiamato alle armi e frequentò il corso ufficiali a Parma, dal quale uscì ufficiale nel 1917. Entro a far parte come ufficiale di carriera nel Regio Esercito. Partecipò alla Grande Guerra in forza al 2° Reggimento Fanteria Brigata Re. Venne decorato al valor militare e raggiunse il grado di maggiore nei primi mesi del Secondo conflitto mondiale. La sua vita fu ostacolata a più riprese dal fascismo, da lui sempre avversato con coerenza e ostinazione Nel 1944 venne arrestato dalle Ss e incarcerato a Udine. Dopo dodici giorni fu trasferito nelle carceri di via Spalato per poi passare alla Risiera di San Sabba e quindi ai silos del porto di Trieste ed essere successivamente confinato nel campo di sterminio di Dachau in qualità di deportato politico. Morì il 22 gennaio 1945 nell’infermeria del lager dopo tre giorni di agonia a causa del pestaggio da parte del kapò del campo. Il corpo venne incenerito lo stesso giorno nel forno crematorio.

Dove e quando:
Marano Lagunare
29 gennaio 2022
Un momento della cerimonia di Marano Lagunare