La Giornata della Memoria è stata celebrata a Udine con la consueta cerimonia che si è tenuta presso il monumento dedicato ai deportati nei campi di concentramento realizzato in viale della Vittoria in corrispondenza dell'ingresso al Parco della Rimembranza. La cerimonia viene organizzata annualmente dall'ANED in collaborazione con il Comune di Udine e la partecipazione dell'ANPI e dell'APO. Quest'anno era presente anche una classe dell'ISIS "Cecilia Deganutti": una studentessa ha portato le riflessioni degli studenti sul tema della Shoah e della deportazione.
Dopo la deposizione della corona sono intervenuti il presidente dell'ANED Marco Balestra, e il Sindaco di Udine Pietro Fontanini i quali hanno portato la loro riflessione in merito alla attualità della celebrazione della ricorrenza della Giornata. Presente anche l'assessore regionale Barbara Zilli che ha portato il saluto della Amministrazione regionale. Giorgio Linda presidente della Associazione Italia - Israele ha letto la invocazione ebraica per il ricordo dei giusti.
La cerimonia di Viale della Vittoria è stata preceduta da quella organizzata dalla Questura di Udine per ricordare i dieci funzionari e agenti della Polizia che nell'estate del 1944 furono prima arrestati e poi deportati in Germania. Di questi dieci solo uno tornò. La cerimonia è stata preceduta dalla Santa Messa celebrata presso il Tempio Ossario. E' seguita la deposizione della corona sul cippo che ricorda i nove appartenenti alla Polizia e posto nel cortile della Questura.
Dei nove deportati morti, ben cinque appartenevano, o quanto meno collaboravano con la Osoppo Friuli (10^ Brigata Miglioranza). Essi erano: Alberto Modesto Babolin, Bruno Bodini, Mario Comini, Antonino D'Angelo, Mario Savino.
Dall'anno scorso la nostra Associazione si sta dedicando a effettuare una ricerca volta a ricostruire le cause che portarono all'arresto e alla deportazione di un numero così considerevole di poliziotti della Questura di Udine: su tale vicenda infatti non è mai stato possibile ricostruire esattamente le casue che scatenarono la pesante repressione tedesca.
Tale ricerca si inserisce in un progetto più ampio per la schedatura di tutti i partigiani delle Brigate Osoppo che subirono la deportazione e che persero la vita in campo di concentramento oppure morirono dopo il rientro in Italia a causa della deportazione. Il progetto è ormai in avanzata fase di realizzazione e fino ad oggi sono state realizzate ben 368 schede.