Don Mario Ghibaudo e don Giuseppe Bernardi, sacerdoti martiri dell’eccidio nazista di Boves (19 settembre 1943) sono beati. L’ufficialità è arrivata con il recente decreto di beatificazione firmato per volere di Papa Francesco dal cardinale e arcivescovo Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi.
A Boves la notizia è stata accolta con grande entusiasmo e in tutte le parrocchie della città ai piedi della Bisalta, le campane hanno suonato a festa. Il processo di beatificazione era stato avviato nel 2013, sostenuto anche dall’omonima associazione di Boves che nel tempo ha mantenuto viva la memoria dei due preti martiri «Servi di Dio». Le spoglie dei sacerdoti sono custodite in un altare nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo.
Siamo contenti di questa giornata - ha commentato il parroco, don Bruno Mondino -, come siamo contenti del cammino fatto in questi anni, andato avanti nella nostra comunità e che poi la Chiesa ha assunto, ha studiato e adesso autorizza alla beatificazione. Avviene in un momento particolare per la storia che stiamo vivendo. Mi auguro che anche attraverso l’intercessione di questi due nuovi Beati, si possa arrivare al più presto alla pace nel mondo, in particolare nelle terre martoriate dalla guerra. Per noi è un giorno di festa, spero che sia anche per ognuno un giorno di speranza. Questi due beati hanno vissuto in una situazione di tragedia, sono stati costruttori di pace, hanno portato la benedizione del perdono di Dio. Che aiutino anche noi a fare altrettanto»..
L'eccidio di mercoledì 19 settembre 1943 fu la prima rappresaglia nazista contro la popolazione da cui, secondo autorevoli storici, nacque la Resistenza in Italia. Don Bernardi e don Ghibaudo (all’epoca parroco e viceparroco di Boves), non ebbero dubbi a mettere a repentaglio la loro vita per salvaguardare la comunità. Bernardi (Caraglio, 25 novembre 1897), durante il rastrellamento di Boves, svolse una mediazione per recuperare due ostaggi tedeschi in mano ai partigiani, ma poi fu a sua volta imprigionato dai nazisti che non rispettando la parola data, lo uccisero e ne bruciarono il cadavere. Don Ghibaudo (Borgo San Dalmazzo, 19 gennaio 1920), prete da due mesi, si prodigò per aiutare persone anziane a mettersi in salvo fuori paese, fino a quando venne colpito da una raffica di mitraglia nel momento in cui stava assolvendo un uomo ucciso da un soldato, e morì dopo una pugnalata al petto.
Il bilancio di quella tragedia fu molto pesante: oltre 300 case incendiate, 23 civili trucidati, tra cui l’imprenditore Antonio Vassallo, anche lui ucciso e il suo cadavere bruciato. La figlia, Liliana, che a 18 anni dovette riconoscere la salma carbonizzata del padre, è stata professoressa di Lettere nelle scuole medie tra Boves e Mondovì ed è morta nel 2012.