Una numerosa folla ha salutato il taglio del nastro della mostra “Costruire sempre”, dedicata alla vita e alle opere don Emilio de Roja. Oltre 150 persone, tra cui molti rappresentanti delle amministrazioni locali e della società civile, hanno partecipato alla presentazione che si è tenuta nella chiesa di san Pietro martire a Udine, a dimostrazione dell’affetto e della stima che la città e tutto il Friuli provano per il “sacerdote degli ultimi”.
Prete patriota durante la Seconda Guerra Mondiale, “l’uomo della carità” nel Friuli della ricostruzione, artefice di speranza per tante famiglie, giovani e disoccupati del quartiere di San Domenico e non solo, don Emilio de Roja è stato un instancabile costruttore di bene, sempre pronto a ripartire. Nonostante le tante difficoltà affrontate, non ha mai smesso di vedere il bene in ogni persona incontrata.
Per questo l’Associazione Partigiani Osoppo Friuli, il Centro culturale Il Villaggio e il Comune di Udine hanno voluto dedicare a don Emilio de Roja una mostra: per ripercorrerne la vita e le innumerevoli opere, ma anche perché fosse d’esempio in tempi complessi come quelli che stiamo attraversando. “Costruire sempre: una passione per l’uomo. Don Emilio de Roja: storia di una vita costantemente all’opera”, questo il titolo dell’esposizione, allestita negli spazi della galleria Tina Modotti a Udine e visitabile fino al 3 aprile.
«Una vicenda biografica così fuori dal comune ci pone delle domande interessanti – spiega Paolo Benedetti, presidente del Centro culturale Il Villaggio –, da dove nasceva l’inesauribile energia di don Emilio? Da dove veniva la sua irragionevole “positività”, anche nelle situazioni più tristi e complesse? Le risposte possono aiutare anche noi ad affrontare le sfide che la realtà oggi ci pone, a ripartire e ricostruire».
«Don Emilio ha aiutato migliaia di giovani, fondando a Udine quella che possiamo definire una “Cittadella della Carità” – commenta Pietro Fontanini, sindaco di Udine –. Questa mostra interroga le istituzioni che devono sempre essere attente a valorizzare le realtà sociali e le persone quando si dimostrano in grado di affrontare problemi drammatici nell’interesse di tutti».
«Il nostro desiderio non è solo quello di riproporre una vita eccezionale – precisa Roberto Volpetti, presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo Friuli -, ma anche il metodo con cui è stata vissuta. Don Emilio è stato fortemente legato all’Osoppo e convinto sostenitore della logica del perdono. Col suo esempio ha insegnato a voltare pagina, a ricostruire sempre partendo dal buono delle persone, senza soffermarsi sui difetti o le colpe del passato».
Oltre agli organizzatori, all’inaugurazione della mostra, avvenuta sabato mattina nella chiesa di san Pietro martire, sono intervenuti: Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, Vittorino Boem, presidente della Fondazione Casa dell’Immacolata, Daniele Cortolezzis, presidente dell’associazione Amici di don Emilio de Roja. Ha portato i suoi saluti anche l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, che ha sottolineato l’importanza dell’esempio di uomini di pace come don de Roja in un tempo e in un Europa nuovamente caratterizzati dalla guerra.