La giornata della celebrazione della ricorrenza dell'eccidio delle malghe di Porzus, quest'anno ha coinciso con il decimo anniversario della scomparsa di don Redento Bello, cappellano delle Brigate Osoppo, con il nome di battaglia di "Candido", e che fu uno dei protagonisti della resistenza osovana.
La sua figura è stata ricordata sia negli interventi a Faedis che in quelli di Canebola.
In particolare il presidente dell'APO Volpetti ha affermato: "Oggi ricorre il decimo anniversario della scomparsa di don Redento Bello, “don Candido”, che avrebbe dovuto essere anche lui alle malghe di Topli Uorch e che Mario Toffanin “Giacca” cercava ossessivamente, possiamo immaginare per fare cosa. Abbiamo voluto bene a don Candido, e abbiamo compreso la sua ansia di riconciliazione che lo spinse nel 2001 all’abbraccio con Vanni. Don Redento aveva quasi novanta anni e Vanni qualcuno più di lui. Vissero ancora alcuni anni, ma evidentemente c’era in loro un desiderio fortissimo di fare pace, tanto che Vanni mise per scritto questa sua ansia, ammettendo una responsabilità oggettiva su quanto era accaduto alle malghe. Forse era troppo presto per questo gesto, ma sta di fatto che dopo quell’abbraccio nulla fu come prima. Oggi noi siamo qui a ricordare don Candido e possiamo affermare che il sentiero stretto da lui aperto si è fatto una strada larga e importante: la storia che si narra sull’eccidio è la storia che l’Osoppo ha sempre affermato e proclamato, è diventata la storia di tutti, riconosciuta e divulgata da tutti. Con commozione ricordiamo tutte queste persone, come ricordiamo coloro che ebbero il merito di intuire che l’Osoppo costituiva la salvezza del Friuli."
In chiesa a Canebola, Roberto Tirelli, vice presidente dell'APO, ne ha tratteggiato la figura con un intervento che è possibile scaricare cliccando sul link sottostante.