Il 21 settembre si è svolta a Greifenburg, località austriaca dell’Alta Valle della Drava, la cerimonia di commemorazione di Stefan Hassler “Otto”, il giovane disertore che nell’estate del 1944 si presentò in Val Tramontina al comando della Osoppo e alla missione del servizio segreto britannico (SOE) ad essa aggregata. Reclutato da Manfred Czernin come guida e corriere da infiltrare in Carinzia e nel Salisburghese, venne ucciso da un soldato della Wehrmacht l’11 novembre a Dellach, il paese in cui era nato. Morì a venticinque anni da combattente per la libertà dell’Austria, la nobile causa che costò la vita anche al padre Ludwig e al fratello Johann, deportati nel lager di Dachau.
Organizzata dalla locale associazione Aegide, impegnata nella tutela della memoria delle vittime del nazismo, la cerimonia ha avuto luogo accanto al particolare monumento loro dedicato, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, alla presenza di un centinaio di cittadini, inclusa la nipote di Hassler. Ad introdurla sono stati Peter Pirker, presidente di Aegide e autorevole ricercatore storico, e il borgomastro Josef Brandner.
A seguire l’intervento di Roberto Volpetti, accompagnato da Jurij Cozianin con il labaro. Il presidente dell’APO ha ringraziato l’amico Pirker del gradito ed importante invito, sottolineando il valore della collaborazione tra le due associazioni, confermata in occasione della presentazione del libro di Cozianin dedicato ai partigiani stranieri della Osoppo, avvenuta a Udine lo scorso aprile.
Il doveroso e comune ricordo di Hassler richiama i valori per i quali egli si è sacrificato, la libertà e la democrazia, in opposizione ad ogni totalitarismo. Ricordando la recente visita del presidente Sergio Mattarella in Carnia per l’80° anniversario della Zona Libera, Volpetti ha affermato che quella di Hassler è una delle tante e preziose testimonianze di cui è ricca la storia della Resistenza osovana, italiana ed europea, da far conoscere attraverso l’appassionata e rigorosa ricerca.
Sono quindi intervenuti il noto storico carinziano Michael Koschat, che ha ripercorso la biografia di Hassler e le tappe del faticoso percorso per affermarne la giusta memoria, e il giornalista triestino Ivo Jevnikar, già responsabile dei programmi sloveni della sede RAI di Trieste.
Assieme a Pirker, Jevnikar ha condotto negli archivi di Lubiana la recente ricerca che, con ragionevole certezza, rivela il triste epilogo della vita di Hubert Mayr, Georg Dereatti e Rudolf Moser, anch’essi patrioti austriaci del SOE e in contatto con la Osoppo, scomparsi nell’autunno del ’44. Braccati dalla Gestapo e impossibilitati a rientrare in Carnia, cercarono aiuto nei partigiani titini, sperando di raggiungere una missione britannica. Consegnati all’OZNA, furono interrogati, ritenuti spie e assassinati a Gorenja Trebuša (Tolmino) alla fine del 1944.
Le struggenti note del giovane fisarmonicista Jure Pavlič hanno accompagnato la cerimonia, molto sentita e apprezzata da tutti i presenti. Alla nipote di Hassler e ai relatori è stata donata copia del libro di Cozianin. Il momento conviviale e la foto di gruppo hanno concluso l’incontro, certamente importante e significativo anche per la nostra Associazione.